"Per rilanciare la previdenza integrativa, il provvedimento a cui stiamo pensando - RITA - consente di utilizzare in anticipo quanto accantonato". Lo afferma il Consigliere economico alla Presidenza del Consiglio Stefano Patriarca, spiegando che l'assegno staccato dal fondo pensione beneficerebbe di un'aliquota agevolata del 15%. Il tormentone sulle Pensioniaggiunge quindi un altro pezzo al puzzle della flessibilità, all'interno di un contesto che finora è stato caratterizzato da annunci di apertura ma anchedaambiguità circa l'impatto delle uscite anticipate suiportafogli dei futuri pensionati, così come sui conti pubblici.

Per chi non lo sapesse, RITA è l'acronimo di "Rendita Integrativa Temporanea Anticipata": si tratta della possibilità di ottenere un anticipo dal pilastro previdenziale privato e secondo le intenzioni dichiarate dall'esecutivo funzionerà con gli stessi meccanismi e principi che regoleranno l'anticipo pensionistico pubblico (già noto ai piùcome APE). Vediamo insieme in che modo dovrebbe funzionare analizzando i dettagli tecnici dell'iniziativa.

Pensioni anticipate e RITA: ecco come funzionerà il prepensionamento dei fondi privati

Stante la situazione appenadescritta, il provvedimento andrà prima di tutto a beneficio di coloro che possiedono un fondo pensione privato. Il requisito è quindi l'iscrizione alla pensione complementare e l'acquisizione di un montante cumulato nel tempo sufficiente ad erogare una rendita.

Il capitale potrà essere trasformato anche parzialmente in una rendita anticipata attraverso i coefficienti di conversione. RITA consentirà quindi di percepire una rendita anticipata a partire dai 63 anni, in linea con quanto previsto per l'APE. La tassazione sostitutiva sarà inoltre particolarmente favorevole, perché verranno garantiti i requisiti previsti per la quiescenza ordinaria, pertanto si partirà dal già citato 15% per arrivare fino al 9% (con uno sconto dello 0,3% per ogni anno di iscrizione oltre il quindicesimo, finalizzato a premiarecoloro che hanno avuto una permanenza più lunga all'interno della previdenza integrativa).

Riforma pensioni: per la quiescenza serve trovare nuovi spazi

Nel corso del suo intervento ad un convegno organizzato da Itinerari Previdenziali, Patriarca ha sottolineato la necessità di trovare "spazi nuovi" al fine di rilanciare la previdenza integrativa e di offrire nuovi strumenti di sostegno in accompagnamento a quelli già previsti con la previdenza pubblica.

In questo senso, legare la rendita integrativa (RITA) all'anticipo pensionistico pubblico (APE) esula le misure già previste all'interno del Ddl sulla concorrenza, in approvazione entro la fine di settembre 2016 presso il Senato della Repubblica. Nei casi in cui risulti disponibile la necessaria capienza, l'assegno di secondo pilastro potrebbe quindi diventareuna specie di reddito di sostegno privato allo scivolo pensionistico, garantendo la possibilità di uscire dal lavoro con qualche anno di anticipo rispetto ai criteri ordinari di pensionamento. Essendo in linea con le altre misure di apertura previste nella previdenza pubblica, i primi a beneficiare di Rita potrebbero essere i lavoratori nati tra il 1951 ed il 1953.

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