Le ultime novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 19 settembre riprendono la discussione sull'aumento delle minime, con l'incremento della quattordicesima, così come sottolineato da Cesare Damiano, con quest'ultimo che ha esteso poi la sua riflessione anche ad altri punti, come esodati, lavoratori precoci e opzione donna. Siamo arrivati alla settimana chiave per quanto riguarda il tema previdenziale, mercoledì probabilmente si decideranno le linee guida per la prossima riforma Pensioni del 2017, con la pensione anticipata a 63 anni che sarà, probabilmente, accompagnata da altre misure.
Pensioni, dall'aumento delle minime alle raccomandazioni di Damiano sul pacchetto previdenziale
Le ultime notizie sulle pensioni prendono in esame il bonus per gli assegni più bassi, con l'incremento della quattordicesima. Secondo un recente studio dell'agenzia Adnkronos, gli interessati a tale provvedimento potrebbero essere un campione molto esteso, oltre 6 milioni di pensionati, che percepiscono, appunto, un assegno inferiore ai mille euro al mese.
L'aumento delle pensioni minime interesserebbe, alla luce di questo sopratutto, in gran parte il sesso femminile. Della platea di 6,5 milioni di pensionati, 4,2 milioni sono donne, gli altri 2,3 milioni uomini. Dati che vengono citati dallo stesso Damiano nella sua ultima nota, pubblicata sul proprio sito ufficiale nella giornata di ieri.
I numeri relativi alle pensionate donne vengono salutati con favore dall'ex ministro del Lavoro, il quale parla di compensazione "rispetto alle discriminazioni" causate dall'attuale sistema pensionistico.
Riecco dunque tornare alla ribalta i soliti nodi che continuano a trascinarsi da tempo. A partire dalle pensioni dei lavoratori precoci, con quota 41 ormai tramontata e con la possibile soluzione del bonus contributivo per i veri precoci, un provvedimento che andrebbe a risolvere soltanto in parte il problema e su cui, con tutta probabilità, si discuterà nel corso del prossimo incontro tra governo e sindacati del 21 settembre.
La questione relativa al prepensionamento dei precoci, chiamata così in maniera impropria, era già stata affrontata da Damiano nella proposta di legge numero 857, dove vi era anche il provvedimento per l'introduzione della pensione anticipata a 62 anni con un minimo di 35 anni di contributi ed una penalizzazione pari al 2 per cento per ogni anno di anticipo.
Quota 41 avrebbe permesso al lavoratore precoce di accedere alla pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall'età anagrafica.
Damiano cita anche l'ottava salvaguardia per gli esodati, misura per la quale l'esponente dem si batte da mesi, dal momento che non è stata trovata una soluzione definitiva con la precedente settima salvaguardia, che avrebbe sì dovuto salvaguardare l'intera platea ma che invece non ha risolto la questione. In una recente nota il parlamentare del Partito democratico ha parlato di circa 25-30 mila soggetti ancora da "salvare".
Infine il presidente della commissione Lavoro alla Camera dei Deputati si è espresso circa le penalizzazioni dell'Ape, sottolineando come si debba ancora lavoro sotto tale aspetto, definendo inaccettabili tagli del 7 per cento all'anno, invitando il governo a formulare penalizzazioni più ragionevoli. Il momento della verità, come detto, è vicino. Già da mercoledì potremo, forse, salutare l'ufficialità dell'Ape e conoscere il destino dei precoci.