Il pacchetto di riforma delle Pensioni approvato dal Governo Renzi e atteso per la prossima settimana alla Camera dei deputati, non contiene ancora misure a favore degli esodati e per la proroga dell'opzione donna. Infatti, accanto ai provvedimentistudiati per la pensione anticipata con il prestito pensionistico, senza rimborso per le categorie deboli e con debito di 20 anni per chi supera i 1.500 euro di assegno pensione mensile, all'accoglimento della quota 41 per i contribuenti precoci e agli strumenti bonus per chi è già in pensione, rimangono deluse le attese di chi è rimasto fuori dai precedenti provvedimenti.

Pensione anticipata 2016 con Ape Renzi, precoci quota 41 e bonus: le misure

Secondo i dati dei possibili beneficiari della riforma delle pensioni riportati da Il Sole 24 Ore di oggi, all'anticipo pensionistico nella stesura social (cioè senza pagamento del prestito) dovrebbero essere interessati 35 mila contribuenti, diecimila in più di chi potrà uscire con la quota 41 dei precoci. Nessuna previsione è stata fatta, ad oggi, su chi potrà scegliere l'anticipo pensionistico Ape nella versione volontaria: al massimo si potrà tracciare un target di contribuenti con i requisiti adatti, ma non si potrà sapere in quanti la sceglieranno a partire da maggio del 2017. Numeri più precisi, invece, si hanno per quanto riguarda l'estensione della quattordicesima: 2,1 milioni di pensionati con almeno 64 anni di età si vedranno aumentare la specifica mensilità del 30 per cento.

Per chi incasserà la quattordicesima per la prima volta (1 milione e duecentomila pensionati), il mensile avrà una forbice da 336 a poco più di 500 euro.

Opzione donna e esodati: le ultime novità su proroga e salvaguardia

Ma, tornando alle pensioni anticipate, una platea di circa 25 mila contribuenti esodati (lo stesso numero dei precoci con i requisiti adatti), è in attesa dell'ottava salvaguardia.

Secondo quanto scrive il quotidiano economico, la salvaguardia potrebbe essere inserita nella manovra del Governo Renzi per il 2017. In più. un'altra platea di donne lavoratrici sono in attesa dell'estensione dell'opzione donna: nell'ultima tornata, i requisiti prevedevano 35 anni di versamenti per andare in pensione anticipata, pur con un taglio della pensione del 30 per cento circa.

L'ultima novità riguarda proprio le donne rimaste tagliate nell'ultima proroga perché la loro data di nascita rientrava negli ultimi tre mesi del 1957 (per le dipendenti) e del 1958 (per le autonome). Potrebbe essere anche possibile che l'opzione donna venga estesa nella prossima legge di Bilancio in virtù di quelle economie di risparmio dei costi che già erano previste nella scorsa legge di Stabilità.