È ormai questione di ore l'arrivo in Parlamento della Legge di Bilancio 2017, un evento che riguarderà decine di migliaia di persone in età avanzata. I lavoratori restano in attesa di leggere quali saranno i criteri effettivamente ineriti nel testo per la determinazione di chi potrà fruire dei pensionamenti anticipati e delle agevolazioni connesse al nuovo impianto normativo.

Sul piatto ci sono all'incirca 75mila uscite oltre le azioni di salvaguardia che attendono risposta, come nel caso dei lavoratori esodati e dei pensionamenti anticipati tramite opzione donna per l'ultimo trimestre del '57/'58. Ma partiamo con ordine: la misura con la platea d'accesso più ampia resta infatti quella dell'anticipo pensionistico, declinato in varie sottocategorie. Troviamo prima di tutto l'Ape social, destinata a persone che hanno perso il lavoro in età avanzata, pensionandi con invalidità superiore al 74% e lavoratori che hanno svolto attività usuranti o gravanti. Vediamo insieme il probabile meccanismo di funzionamento sulla base delle ultime informazioni emerse.

Pensioni anticipate: i criteri per l'APE social, volontaria e aziendale

Questi soggetti dovranno aver maturato dai 30 ai 36 anni di contribuzione a seconda del caso specifico ed aver comunque raggiunto 63 anni di età, al fine di poter fruire dei benefici della misura. Porte aperte anche al cumulo gratuito per chi ha avuto una carriera discontinua. Al fianco di queste prime misure si dovrebbe situare l'Ape volontaria, il cui costo ricadrà interamente sul lavoratore, ma che potrà essere utilizzata a partire dai 20 anni di versamenti. Novità in arrivo per i lavoratori precoci, che potranno scegliere l'ingresso anticipato nell'Inps a partire dai 41 anni di versamenti (con l'ormai nota quota 41), purché la propria mansione rientri tra quelle definite nell'Ape social.

Resta infine da valutare l'opzione della cosiddetta Ape aziendale, per la quale il costo dell'uscita sarà coperto dalle imprese. Il quadro di utilizzo è quello delle ristrutturazioni aziendali: il lavoratore in età avanzata che dovesse trovarsi coinvolto potrà quindi fruire di un anticipo fino a 3 anni e 7 mesi, purché si sia già fatto ricorso agli altri sussidi sociali. Un meccanismo utile ad evitare che le aziende usino le nuove misure a proprio vantaggio, anche laddove queste non risultassero necessarie. Infine, l'importo della penalizzazione per coloro che non potranno fruire dei benefici di legge dovrebbe essere stimato attorno al 4,5% della futura mensilità, mentre gli interessi pagati saranno recuperabili al 50% tramite la dichiarazione dei redditi.

Riforma pensioni, attesa per i lavoratori esodati e per l'opzione donna

Come già citato all'inizio dell'articolo, all'interno della riforma pensionistica dovranno trovare spazio anche i lavoratori esodati e le lavoratrici che attendono la quiescenza con l'opzione donna. I primi chiedono di avviare l'8va salvaguardia per tutti i 34mila lavoratori ancora in attesa di risposte e rifiutano fortemente le ipotesi governative per un restringimento della platea a circa 28mila lavoratori. Nel caso dell'opzione donna si preme affinché le risorse legate al contatore ed al monitoraggio dei fondi appositamente accantonati siano utilizzate in favore delle appartenenti all'ultimo trimestre del 1957/58.

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