'Aggiornare con nuove informazioni un blog è, di fatto, un 'Lavoro giornalistico': Questa la decisione stabilita dal tribunale di Roma - sezione lavoro - con una sentenza che riguarda due giornalisti (la n. 8395/2016) che si occupavano di un blog, pubblicando notizie sui social, nello spazio apposito di una testata giornalistica. Secondo i giudici, infatti, in questi casi viene utilizzato un concetto 'dinamico' che dimostra come la professione del giornalista oggi, grazie a internet, sia in continua evoluzione: una sentenza storica, che vede coinvolti i cosiddetti 'giornalisti social'.

Giornalisti a tutti gli effetti

'Chi svolge la professione di giornalista - spiegano i giudici - utilizza un'attività di natura intellettuale piuttosto complessa, nell'intento di diffondere notizie mediante i vari strumenti per la comunicazione: le news viaggiano, oltre che attraverso il classico cartaceo, anche tramite televisione, radio e (soprattutto) internet; dunque, a seconda del mezzo di diffusione, l’attività stessa può atteggiarsi in modo diverso'. Secondo il tribunale, anche un blog rientra tra i diversi strumenti di informazione: esso viene utilizzato sia per diffondere notizie nuove che già note, inoltre consente alle persone di commentare ed esprimere il proprio parere, arricchendo ancor di più la notizia stessa.

Da qui la decisione dei giudici: 'Può essere considerato 'giornalismo a tutti gli effetti'una regolare e accurata attività d’informazione, anche se viene svolta in un blog.

Diffondere notizie tramite un blog è 'giornalismo'

Nel caso preso in esame dal Tribunale, i giudici hanno dato ragione all'Istituto previdenza giornalisti (Inpgi).

'Le persone che si impegnano a gestire il blog di una testata giornalistica, esattamente come il personale addetto in una redazione cartacea oppure online, sono soggette ai contributi previdenziali'. Infatti i due giornalisti - secondo l'indagine dell’Inpgi - erano addetti al coordinamento di un nutrito numero di blogger (oltre 400), proponendo loro gli argomenti da sviluppare, e occupandosi del 'confezionamento' delle notizie: un lavoro identico a quello svolto nelle 'tradizionalitestate giornalistiche'.