Le ultime novità sulle Pensioni aggiornate ad oggi 1 novembre fanno riferimento alle dichiarazioni di Cesare Damiano e al tema dell'ottava salvaguardia per gli esodati. Nei giorni scorsi vi abbiamo parlato dell'attacco diretto portato da Maurizio Landini a Renzi in occasione di un'iniziativa per il No al Referendum in relazione all'Ape e al prestito pensionistico da restituire alla banca in vent'anni. Il segretario della Fiom non è però stata l'unica voce fuori dal coro in questi giorni. Citiamo, come esempio, Tito Boeri e la sua critica all'aumento della quattordicesima.

Pensioni, Damiano duro: 'Presenteremo un emendamento per ottava salvaguardia esodati'

Le ultime notizie sulle pensioni hanno per protagonista Cesare Damiano. In un recente comunicato apparso sul proprio sito ufficiale, il numero uno della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati ha affermato che il il testo della Legge di Bilancio arriverà nei prossimi giorni all'esame delle Commissioni. L'esponente dem ha proseguito dicendo che sulle pensioni 'qualche manina' è intervenuta per alcuni ritocchi, tali da vanificare quanto di buono era stato fatto (e detto) in precedenza. Il riferimento è all'anticipo al 31 dicembre 2012, rispetto al 31 dicembre del 2014, del termine ultimo per i lavoratori di accedere all'istituto della mobilità, facendo riferimento alla settima salvaguardia.

Proseguendo nell'attacco, il parlamentare sottolinea come a rimanere fuori sarebbero i lavoratori Alitalia ed ex Eutelia. Inoltre - continua Damiano - sempre la 'manina' ha indicato che l'ottava salvaguardia sarà l'ultima e dal Fondo esodati si stornano, dulcis in fundo, 600 milioni di euro. L'ex ministro del Lavoro ha chiamato tutto ciò 'un vero capolavoro di insipienza politica'.

In conclusione al suo intervento, il politico ha ribadito che presenterà un emendamento per rimettere le cose poste, affinché l'ottava salvaguardia sia davvero l'ultima, non soltanto a parole. Intanto non accennano a placarsi le polemiche dei lavoratori precoci, che continuano ad inseguire il sogno quota 41, scivolato via dalle mani di migliaia di persone, dopo i paletti imposti dal governo per accedere alla meta agognata.

Soltanto 20 mila precoci potranno usufruire della quota 41, per tutti gli altri resterà valida la riforma Fornero. Ciò significa che tra qualche anno non ci si stupirà più nel vedere un pensionato che arriverà a lavorare per 43-45 anni di contributi per poter uscire dal mondo del lavoro con l'intero assegno previdenziale.