L'Inps è intervenuta con la nota numero 196 dell'11 novembre 2016 per spiegare quali contribuenti potranno andare in pensione entro il 2016 all'età di 64 anni e sette mesi. Nel dettaglio, in attesa della riforma delle Pensioni della quale il Governo Renzi sta discutendo per la legge di Bilancio 2017, in pensione a quota 64,7 potranno andarci i lavoratori che sono nati fino all'anno 1952, nel momento in cui raggiungano il requisito anagrafico, oltre a quello contributivo, sopra descritto. E ci potranno andare per estensione, scrive l'Inps nella nota interpretativa delle disposizioni del ministero del Lavoro, anche se alla data del 28 dicembre 2011 (riforma Fornero) non erano occupati, oppure erano lavoratori presso le Pubbliche amministrazioni o, ancora, contribuenti autonomi, secondo quanto previsto dalla nota numero 13672 dello scorso 26 ottobre.

Pensione, chi potrà andarci entro il 2016: requisiti donna e quota 96 uomini

La precisazione dell'Istituto nazionale per la previdenza sociale sulle pensioni a 64,7 anni entro il 2016 prevede che, in ogni caso, si rispettino alcuni requisiti anagrafici che elenchiamo di seguito. Infatti potranno andare in pensione:

  • i lavoratori che al 28 dicembre 2011 fossero impiegati in lavori come dipendenti del settore privato o anche che non svolgessero alcun lavoro nel privato;
  • per le donne impiegate nel settore privato, è necessario aver compiuto l'età di sessant'anni entro la fine del 2012 e l'aver versato contributi per un quantitativo di anni pari a venti;
  • per i lavoratori uomini, invece, l'Inps precisa che dovrà essere stata già raggiunta la quota 96 alla fine dell'anno 2012. Tale quota si raggiunge sommando gli anni di contributi con l'età anagrafica che, però, dovrà essere non inferiore ai sessant'anni.

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In altre parole, dunque, rispettando i requisiti di età anagrafica e di versamenti contributivi per la pensione sopra descritti, potranno andare in pensione nel 2016 i contribuenti che abbiano almeno sessantaquattro anni e sette mesi e che, entro il 28 dicembre del 2011, avevano già un lavoro come dipendenti nel settore privato, ma anche coloro che, di provenienza dal settore privato, a quella data non svolgessero alcuna attività da dipendente o fossero lavoratori statali.