Rischio di discriminazioni tra le misure di pensione anticipata della riforma pensionistica del Governo Renzi per il 2017. A lanciare l'allarme è l'Ufficio parlamentare del Bilancio in un confronto che mette una contro l'altra le spese previste per i quattro canali delle Pensioni, ovvero l'anticipo pensionistico social, la Quota 41 del precoci, l'ottava salvaguardia per gli esodati e i lavori usuranti.
Peraltro, gli esodati hanno ottenuto anche maggiori fondi con l'allargamento di ulteriori tremila contribuenti ammessi con l'ultima votazione della legge di Bilancio alla Camera, per un totale di 30 mila e settecento esodati salvaguardati.
Pensione anticipata 2017: requisiti esodati, precoci quota 41 e Ape social
Secondo il confronto fatto dall'Ufficio parlamentare del Bilancio, i contribuenti che riusciranno ad andare in pensione anticipata con l'ottava salvaguardia prevista per i lavoratori esodati, otterranno l'uscita flessibile con i requisiti pensionistici vigenti prima dell'entrata in vigore della riforma Fornero, ovvero con la quota 96.
Inoltre non subiranno delle penalizzazioni nella pensione. Mentre, chi andrà in pensione con l'anticipo pensionistico social dovrà soddisfare requisiti di età e di anni di versamenti di contributi ben diversi, con una pensione corrisposta al limite dei mille e cinquecento euro fino alla maturazione della vecchiaia. Lo stesso si può dire della quota 41 dei precoci: i requisiti di pensione anticipata sono simili a quelli dell'Ape social, incluso il parametro dei lavori che possano qualificarsi come usuranti.
Pensioni anticipate 2017: ultime novità su precoci e opzione donna
Distorsioni nella riforma delle pensioni anticipate del 2017 sono segnalate dall'Ufficio di Bilancio anche sulla sovrapponibilità delle misure: alcuni lavoratori, infatti, si sovrappongono ai requisiti previsti dall'ottava salvaguardia.
Pertanto, alcuni correttivi potrebbero essere adottati al Senato, dove la legge di Bilancio 2017 è attesa per la discussione da martedì prossimo, dopo il referendum di oggi. Tra le possibili variazioni, segnala Il Sole 24 Ore, si potrebbe abbassare la quota del 74 per cento prevista per i lavoratori invalidi fino al 60 per cento, oltre alla conferma della proroga prevista per l'opzione donna alle contribuenti nate nei tre mesi conclusivi del 1958 e che abbiano raggiunto la maturità contributiva di trentacinque anni entro il 31 dicembre del 2015.