Arriva una nuova analisi sulle condizioni dei pensionati in Italia elaborata da parte dell'ISTAT, che ha pubblicato il proprio rapporto sullo stato delle persone in quiescenza nel Bel Paese così com'è stato rilevato nel corso del 2015. Il dossier mette in evidenza alcuni trend specifici, a partire dalla progressiva diminuzione della platea. Nel Bel Paese si contano infatti 16,2 milioni di pensionati, un dato inferiore del precedente (anno su anno) per circa 80mila unità, ma se si fa il conto rispetto a sette anni fa abbiamo un differenziale che arriva a toccare 600mila individui.

Cresce invece il reddito medio, che durante lo scorso anno si è attestato a 17.323,00 euro, con un aumento di 283,00 euro nei confronti dei 12 mesi precedenti. Altro elemento da sottolineare il fatto che le Pensioni di invalidità totale erogate al Sud rappresentano circa il doppio di quelle che vengono garantite al Nord, mentre per quanto concerne le pensioni di vecchiaia abbiamo il 59% delle erogazioni al Nord contro il 40,3% di quelle del Sud Italia.

Studio Istat e pensioni: welfare previdenziale rappresenta un importante fattore di sostegno

Sempre nel documento prodotto dall'Istat si legge l'importanza del contributo dato dall'Inps al sostegno delle famiglie. La pensione rappresenta infatti un vero e proprio ammortizzatore sociale di tipo familiare.

L'assegno costituirebbe la parte importante di una rete di protezione sociale più ampia, soprattutto per i casi che risultano più vulnerabili. Nella media, le famiglie con pensionati risultano infatti meno povere, mentre i pensionati che vivono da soli scontano un rischio di povertà più elevato. Sono invece sempre meno coloro che proseguono in un'attività lavorativa dopo aver conseguito l'assegno di pensionamento.

Un ultimo dato riguarda infine il livello di istruzione: i pensionati più istruiti godono contemporaneamente anche di assegni più consistenti, fattore che si giustifica con la diversa carriera lavorativa e contributiva.

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