Le ultime notizie Scuola, ad oggi, lunedì 26 dicembre 2016, riguardano il prossimo incontro Miur-sindacati, previsto già per dopodomani, mercoledì 28 dicembre: un incontro che potrebbe essere già decisivo per quanto riguarda le nuove regole relative alla mobilità 2017/2018.

Il sito specializzato Tecnica della Scuola ritiene che la proposta dei sindacati possa incentrarsi su una procedura a 'doppio regime'. Spieghiamo.

Ultime news scuola, lunedì 26 dicembre: incontro Fedeli-sindacati sulla mobilità docenti

Tutti i docenti assunti entro il 1° settembre 2014 o, comunque, tutti coloro che sono stati immessi in ruolo il 1° settembre 2015 ma con le regole ante legem 107/2015 continueranno ad essere soggetti alle vecchie regole stabilite dall'articolo 399 della legge 297/94.

Invece, tutti gli insegnanti che sono stati assunti attraverso le fasi B e C del piano straordinario assunzionale indetto dalla Buona Scuola, nonchè tutti coloro che sono stati immessi in ruolo il 1° settembre scorso, saranno soggetti a trasferimento su ambiti territoriali.

Dunque, sarebbe proprio questa la proposta che i sindacati metteranno sul tavolo del neo ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, una proposta che, in pratica, avrebbe lo scopo di apportare delle sostanziale modifiche al comma 73 della legge 107.

Mobilità docenti ultime notizie: proposta sindacati incentrata su doppio regime?

Pertanto, l'obiettivo sarebbe quello di differenziare le operazioni di mobilità: in pratica, i 'vecchi' docenti potrebbero presentare domanda scegliendo le preferenze di scuole così come riporta il Testo Unico all'articolo 399 mentre i 'nuovi' insegnanti che intendessero trasferirsi, potranno presentare richiesta solo per movimenti su ambiti territoriali.

In ogni caso, prima occorrerà vedere quale sarà il punto di vista del neo ministro Fedeli. Ricordiamo, in ogni caso, che se dovesse essere proprio questa la strada da intraprendere, occorrerà un decreto legge ad hoc per modificare il comma 73 della legge 107. Si tratterebbe, comunque, di una scelta che, ancora una volta e inevitabilmente, non farà altro che generare una diversità di trattamento, una marcata separazione che non piacerà affatto ai docenti, fin qui già sin troppo discriminati da una legge tecnicamente sbagliata in partenza.