La Camera dei Deputati, nella seduta del 23-2-2017, ha confermato in via definitiva il decreto Milleproroghe, recante una serie di norme volte a procrastinare di un anno anche le modalità di espletamento dell’esame di avvocato.

Le vecchie regole valide fino al 2018

Anche per la sessione d’esame 2017-2018 saranno applicate le regole già in vigore per l’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense. In particolare, è confermata la possibilità di utilizzare i codici annotati con la giurisprudenza per affrontare le tre prove scritte. L’art.

49 della L. 247/12 è stato infatti riformulato e, attualmente, per effetto del predetto decreto, testualmente dispone: "Art. 49 (Disciplina transitoria per l'esame) 1. Per i primi cinque anni dalla data di entrata in vigore della presente legge l'esame di abilitazione all'esercizio della professione di avvocato si effettua, sia per quanto riguarda le prove scritte e le prove orali, sia per quanto riguarda le modalità di esame, secondo le norme previgenti".

Novità per la sessione 2018-2019

A partire dall’anno 2018 si applicheranno quindi le nuove regole, già analizzate in un precedente articolo. Nel dettaglio, dal dicembre del prossimo anno non sarà più possibile l’utilizzo dei codici annotati, forse a vantaggio della genuinità degli elaborati.

In effetti, fino ad ora l’esame si è svolto come una sorta di caccia all’ultima sentenza utile per la risoluzione del caso proposto. Invece, dal prossimo anno, sarà fondamentale solo ragionare sulle norme e sui principi generali regolatori del tema da trattare e fare, quindi, affidamento sul personale bagaglio culturale e professionale costruito durante l’iter universitario e, soprattutto, durante la pratica forense.

È d’obbligo evidenziare, però, che il legislatore è stato alquanto contraddittorio nel suo modo di riformare. Difatti, se da un lato ha inibito l’utilizzo dei codici annotati, dall’altro ha ridotto la durata della pratica forense obbligatoria da 24 a 18 mesi. Non si rinviene in tale scelta alcuna logica, come a voler significare "si può far meglio con meno".

Forse la nuova modalità d’esame farà emergere i concorsisti più validi, ma è altrettanto auspicabile che le tracce non richiedano l’ausilio di massime giurisprudenziali per la soluzione del caso, in modo da mettere alla pari tutti gli aspiranti che avranno a disposizione le sole raccolte dei testi di legge e le norme codicistiche sulle quali ragionare ed argomentare.

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