Giovedì 9 febbraio una notizia ufficiale dell’Inps aveva fatto il giro dei notiziari e dei media e aveva spaventato alcune categorie di lavoratori. Si trattava della disoccupazione indennizzata per i collaboratori, la Dis-Coll, che è arrivata a scadenza, cioè al 31 dicembre 2016. In pratica, l’INPS aveva avvisato tutti i soggetti interessati, lavoratori precari come i co.co.co o i co.co.pro, che non sarebbe stato più possibile presentare le domande per l’indennità a partire dagli eventi verificatisi nel 2017. In altri termini, chiunque avesse perso il lavoro a partire dal 1° gennaio, non avrebbe più potuto beneficiare del paracadute della Dis-Coll.
Una notizia tira l’altra
L’Italia è un paese bello per questo, perché ad una notizia, pur con tutti i crismi dell’ufficialità, perché nessuna proroga era stata inserita per la Dis-Coll, in nessun atto del Governo, arriva subito una contro notizia. Il Ministero sembra stia lavorando ed è in procinto di inserire l’estensione della disoccupazione per i collaboratori, nel Decreto Milleproroghe. Il Dicastero di Poletti pare abbia accolto le richieste immediatamente arrivate dopo la notizia diffusa dall’INPS. I lavoratori con contratti precari e soprattutto, iscritti alla Gestione Separata dell’INPS e senza Partita Iva, possono tirare un sospiro di sollievo. Adesso bisogna attendere il Decreto, perché la normativa vigente aveva segnato la dead line della misura al 31 dicembre 2016 e per allungarla, serve un nuovo atto.
Il Ministero, nella sua nota, si spinge oltre il 2017, perché annuncia come si stia lavorando per il prossimo Decreto Milleproroghe, per la proroga 2017, mentre nella Legge sul Lavoro Autonomo in lavorazione alla camera, si cercherà di intervenire radicalmente. In definitiva, si lavora per rendere la Dis-Coll una misura strutturale, come lo è la Naspi.
Basta quindi interventi a tempo, con stanziamenti ridotti ad una fase di sperimentazione. La Dis-Coll, se tutto seguirà l’indirizzo del Ministero, diventerà fruibile ogni anno per tutti quei lavoratori, come quelli dei Call Center, che hanno contratti a termine e spesso hanno mesi di inattività prima di riprendere la loro posizione di lavoro.
I requisiti restano gli stessi
Il problema adesso è accelerare i tempi, perché pare che siano già 50mila i soggetti che hanno perso il lavoro a partire dal 1° gennaio. Questo vuol dire che ci sono già disoccupati che potrebbero beneficiare della Dis-Coll, se questa venga prolungata. Immaginiamo un atto ad hoc, con effetto retroattivo per coloro che adesso, in questa fase transitoria, non possono presentare istanza. L’indennità quindi, resterà un trattamento contro la disoccupazione, per i titolari di contratto di collaborazione coordinata e continuativa, o a progetto. Resterà appannaggio anche dei dipendenti della pubblica amministrazione con contratti di quel tipo e resterà vietata per coloro che godono degli assegni di ricerca, i titolari delle borse di studio, gli amministratori delle società o delle associazioni. Il lato economico resterà lo stesso, con il 75% della media delle retribuzioni degli ultimi 4 anni, nel limite di 1.300 euro e durerà sempre per massimo 6 mesi.