Parola d'ordine 'Ritirare tutte le deleghe'. Ritorna la protesta dei docenti e, in generale, del personale scolastico contro le misure del governo: l'esecutivo Renzi è passato ma nulla sembra essere cambiato con il neo governo Gentiloni e la nuova ministra Valeria Fedeli che ha preso il posto di Stefania Giannini.
Ultime notizie scuola, sabato 4 febbraio 2017: Rete 65 movimenti chiede ritiro di tutte le deleghe
In seguito al tavolo tecnico nazionale, tenutosi a Palermo lo scorso 28 e 29 gennaio, le associazioni per la difesa pubblica, le associazioni per la disabilità, unitamente a docenti e famiglie intervenute al convegno, si è deciso di indire due giornate di protesta per giovedì 23 e venerdì 24 febbraio, protesta che avrà come obiettivo la richiesta di ritiro dei decreti attuativi della riforma Buona Scuola.
La protesta è dettata dal fatto che i due anni di contestazione contro la Buona Scuola e l'esito del referendum dello scorso 4 dicembre non sono serviti a fermare il percorso intrapreso da Renzi e proseguito ora da Paolo Gentiloni.
L'ostinatezza del governo nel proseguire con la piena attuazione della legge 107 richiede una mobilitazione generale del personale scolastico.
Decreti attuativi Buona Scuola ultime notizie: mobilitazione il 23 e 24 febbraio
Le due date di protesta, indette dalla Rete dei 65 movimenti, si articoleranno secondo il seguente programma:
- giovedì 23 febbraio, nel pomeriggio, dalle ore 14 alle ore 19, presidio a Roma davanti a Montecitorio per chiedere espressamente il ritiro dei decreti attuativi;
- venerdì 24 febbraio, dalle ore 9 alle ore 14, seminario/conferenza stampa con l'esame dei temi riguardanti la delega 378, presso il liceo 'Tasso' di Roma; contemporaneamente, è prevista la prosecuzione del presidio davanti a Montecitorio.
L'obiettivo da raggiungere è quello di poter ridare dignità alla scuola pubblica italiana, ripristinando la Scuola della Costituzione: una protesta che servirà a destare l'interesse collettivo per una società migliore e contro il tentativo del governo di anteporre gli interessi di pochi a scapito dei diritti di tutti.