La proposta di legge sul congedo mestruale è attualmente all'esame della commissione Lavoro e, in tempi brevi, potrebbe diventare realtà per le moltissime lavoratrici italiane. Sono molte le donne che soffrono, sistematicamente, di seri disturbi durante il loro ciclo che, in molti casi, risultano estremamente invalidanti.

Congedo da sindrome mestruale: chi potrà beneficiale dei permessi?

Le lavoratrici che potranno avere diritto ai permessi retribuiti in relazione alla sindrome mestruale saranno quelle assunte con contratto a tempo indeterminato, subordinato o parasubordinato ad orario intero o part time, sia impiegate nel settore pubblico che quello privato.

Per poter beneficiare dei permessi durante il ciclo, le lavoratrici interessate, dovranno presentare un valido certificato medico che ne confermi e ne attesti l’effettiva patologia. Saranno previsti, al massimo, 3 giorni al mese di assenza che non verranno detratti economicamente dallo stipendio. L’apposito certificato dovrà essere rinnovato, dalle interessate, entro e non oltre il 30 dicembre dell'anno in corso presentandolo al proprio datore di lavoro obbligatoriamente entro il 30 gennaio dell’anno successivo. Il congedo mestruale per le lavoratrici nel resto del mondo non è una novità. Nei paesi orientali, ad esempio, è una realtà già da moltissimi anni dove si ritiene che il mancato riposo durante il ciclo mestruale possa provocare alle donne parti problematici.

Sindrome mestruale: disturbi invalidanti per il 30% dei casi

Il nuovo congedo retribuito sarà rivolto alle donne che soffrono della sindrome mestruale accompagnata da dismenorrea che si caratterizza dalla presenza di un ciclo molto doloroso. In Italia statisticamente sono tra il 60% e il 90% le donne che durante il ciclo mestruale soffrono sistematicamente di mal di testa, dolore alla schiena, forti dolori addominali ed altri fastidi dovuti ai forti sbalzi ormonali. In una percentuale molto alta si tratta di disturbi invalidanti che costringono le donne a letto anche per diversi giorni.