In questi giorni, sul web circola una notizia molto importante per quanto concerne le Pensioni di importi più bassi. SI tratta della possibilità di farsi ricalcolare la pensione percepita ogni mese alla luce dei cosiddetti “diritti inespressi". La SPI-CGIL ha iniziato una campagna di informazione che nel nome, dice tutto, cioè “Controlla la tua pensione”. In Liguria o in Trentino, per esempio, l’avvio di questa iniziativa ha dato già i primi risultati. Ma cosa sono i diritti inespressi e cosa si può fare per vedersi aumentare l’assegno previdenziale?

Cosa sono i 'Diritti Inespressi'

La definizione è confermata anche dall’Inps e si riferisce a quote di pensione che toccano ai pensionati, ma non vengono pagate mensilmente perché non sono state mai richieste. Il perimetro di pensionati a cui si riferiscono questi diritti, sono quelli fino a 750 euro mensili. In pratica, una pensione su 3, per soggetti con redditi fino a 9750 euro annui, risulta erogata con importi più bassi di quanto effettivamente dovevano essere. Questo, proprio perché sulle entità degli assegni mancano le maggiorazioni sociali, gli assegni al nucleo familiare, le integrazioni al trattamento minimo, varie somme e vari importi aggiuntivi o la quattordicesima mensilità. Queste sono alcune delle tante prestazioni a cui un pensionato di quella fascia reddituale avrebbe diritto, ma che non vengono erogate automaticamente.

Infatti, per poter sfruttare tutte queste possibilità, bisogna fare domanda all’INPS.

La campagna CGIL

Come dicevamo, la SPI-CGIL ha iniziato l’azione di sensibilizzazione alla luce del fatto che molti pensionati non sapevano nemmeno di avere diritto a queste somme aggiuntive. Secondo i dati del sindacato, a Genova per esempio, su 48mila pensionati, ben 14mila avrebbero diritto a percepire una pensione più alta, cioè lasciano ogni anno centinaia di euro all’INPS.

Si tratta di importi tra i 20 ed i 30 euro al mese, circa 300 euro all’anno che dopo la richiesta, nel caso il pensionato avesse diritto, sarebbero aggiunti alla pensione mensile del soggetto richiedente. Molti sono quelli che avendo familiari a carico, non percepiscono i relativi assegni, come capita spesso con i nonni che hanno nipoti a carico.

Oppure per la quattordicesima, visto che con l’ultima Legge di Stabilità, il Governo ha deciso di assegnarla a pensioni più alte rispetto a prima, arrivando fino a 1.000 euro al mese di trattamento pensionistico.

Come fare per rettificare la situazione?

Un po’ per scarsa informazione ed un po’ per via delle ormai inesistenti comunicazioni periodiche INPS ai pensionati, tramite il sistema Poste Italiane, molti pensionati sono all’oscuro di questi diritti spettanti. L’INPS non invia più a casa il modello OBIS/M, la busta paga del pensionato, dove nel dettaglio, vengono elencati tutti i dati relativi alla propria pensione. Il modello può essere scaricato tramite i servizi on line dell’Istituto, ma per chi non dispone di apparati tecnologici, risulta difficile capire la situazione.

Rivolgersi a CAF, patronati o operatori del settore è una possibilità concreta di farsi aiutare in questa azione. Un’altra via, per i possessori di credenziali di accesso e PIN per i servizi telematici INPS, sarebbe il fai da te. Collegandosi all’area “cedolino pensione e servizi collegati”, si può inoltrare domanda per vedersi accreditare i diritti inespressi. La prescrizione per questi diritti è di 5 anni, pertanto, presentando istanza ed ottenendone l’accettazione, potrebbero essere dovuti anche arretrati retroattivi proprio su 5 anni.