Nonostante ci troviamo ormai in prossimità dell'approvazione definitiva di APE e quota 41 per i precoci, sono ancora numerose le richieste di correzione avanzate dai lavoratori e dai sindacati. Il filo rosso che le lega è l'estensione della platea dei potenziali beneficiari, una richiesta che va necessariamente a scontrarsi con la rigidità dei requisiti di ingresso previsti dal legislatore. Vediamo insieme quali sono i principali nodi ancora da sciogliere nel nostro ultimo aggiornamento.

Pensioni per precoci e ape sociale: chiesta la proroga di 15 giorni per le domande

Partiamo dai tempi tecnici delle misure di pensionamento flessibile tutelate dalla legge. Tra le principali richieste dei sindacati c'è infatti proprio l'apertura ad una proroga di 15 giorni, al fine di dare maggiore tempo ai lavoratori per la presentazione delle domande di riconoscimento riguardanti le condizioni di accesso ai nuovi strumenti di tutela. Sulla stessa linea sarebbe poi necessario proroga anche la data di avvio del computo realizzato dall'Inps per dare seguito all'attività di monitoraggio e quindi alla stesura delle graduatorie. In questo caso, si suggerisce di avviare le operazioni a partire dal prossimo 15 ottobre.

La possibile estensione della franchigia

Altro punto sui quali i sindacati risultano in pressing è l'estensione della franchigia di garanzia riguardante l'APE sociale e la quota 41 per chi ha svolto lavori gravosi. Nello specifico, si chiede di intervenire per aumentare da 12 a 24 mesi la tutela, permettendo di conseguire il requisito di uscita dal lavoro negli ultimi sette anni (avendo centrato i requisiti per almeno un quinquennio).

Per l'anticipo pensionistico agevolato, si chiede inoltre un ulteriore modifica del requisito contributivo. L'uscita è infatti prevista con almeno 63 anni di età e 36 di versamenti. Quest'ultimo parametro è ritenuto da molti come eccessivamente restrittivo, pertanto si chiede di portarlo a 35 anni, se non direttamente a 30 anni, così come già fissato per altri profili di accesso all'APE.

Il nodo della disoccupazione speciale agricola

Tra le questioni in attesa di una verifica per le nuove opzioni di flessibilità vi è anche quella legata allo stallo per chi fruisce della disoccupazione speciale agricola. Il beneficio diventerebbe infatti non conseguibile visto che il reddito di welfare prevede in questo caso l'erogazione del sussidio nell'anno successivo alla maturazione del requisito. Le richieste dei sindacati e dei lavoratori coinvolti vanno quindi nella direzione di una possibile apertura del provvedimento di tutela. Come da nostra abitudine, restiamo a disposizione dei lettori nel caso desiderino aggiungere un nuovo commento nel sito. Mentre per ricevere le prossime notizie di aggiornamento sulle pensioni vi ricordiamo di usare la funzione "segui" che trovate in alto, vicino al titolo.