Nel 2022, ci saranno i primi diplomati della sperimentazione, che investirà gli istituti d'istruzione superiore e partirà nell'anno scolastico 2018/19. Costoro, avranno 17 anni, quando lasciando la Scuola, con un anno in meno, rispetto all'attuale percorso di studi, potrebbero ottenere maggiori chance per inserirsi nel mondo del lavoro.
Si tratta di una sperimentazione innovativa
La novità è stata lanciata dalla Ministra Valeria Fedeli, si tratta di una sperimentazione che accorcia di un anno il curriculum scolastico delle scuole secondarie superiori che vorranno adeguarsi alle esigenze del mercato del lavoro, sempre più interessato ad accogliere forza lavoro giovane.
Per ora è solo una bozza di decreto, che il Miur sta portando avanti e che ha già trovato consenso nel Consiglio superiore della pubblica istruzione [CSPI]. Saranno interessate 100 scuole tra licei, istituti tecnici e professionali. Il provvedimento intende intervenire su due fronti: diminuire l'abbandono scolastico e anticipare l'inserimento delle nuove generazioni nel mondo del lavoro.
Un'analisi, sull'effettivo valore della sperimentazione dovrà essere valutata nel tempo, dagli ispettori del ministero stesso; da qui nasce l'esigenza di comprendere con quali criteri i progetti verranno monitorati e con quali parametri verranno misurati i risultati finali.
Saranno osservati i dati sull'andamento dell'indice di diminuzione e/o assenza della dispersione scolastica?
Oppure saranno analizzati i dati quantitativi sull'occupazione?
Di certo nei decreti attuativi troveremo modo di comprendere meglio l'impatto dell'istruzione nel collegato lavoro. E' opportuno, tuttavia, in questa fase, valutare in che direzione sta andando il nostro sistema economico e soprattutto quali prospettive è necessario anticipare per valorizzare le competenze dei futuri lavoratori di Internet delle cose, sempre più educati, in modo anche autonomo, e affascinati dalla Rete delle persone.
Dal report di un'indagine svolta da "REIsearch Internet of the future Initiative" su 23.000 cittadini europei, è emerso che gran parte della popolazione che frequenta Internet chiede che i social media del futuro consentano di avere alle singole utenze il pieno controllo dei dati personali; privacy e sicurezza devono essere i valori su cui investire.
Al secondo posto il valore della democrazia, per evitare la contaminazione di processi di persuasione incontrollata, e potenziare di più il ruolo di neutralità delle piattaforme social.
Un'ulteriore richiesta è quella di creare soluzioni e algoritmi in grado di intercettare e riconoscere le Fake news per aiutare i navigatori a distinguere il falso dal vero e sviluppare il loro senso critico.
Quali sono gli assi su cui intervenire?
I due assi su cui intervenire per il futuro dei giovani "nativi digitali" sono: Internet delle cose (Industria 4.0) e la Rete delle persone (Web 2.0).
Il primo asse investe la Rivoluzione industriale in atto, dove il lavoro di routine sarà completamente automatizzato per il 2050, e tale andamento è già visibile oggi, ma sarà palpabile nel prossimo decennio.
Avremo più tecnici e più lavoratori pensanti con il rischio di ritrovarci con over 50 e giovani under 25 con competenze inutili. da qui l'urgenza di più strategie di sviluppo occupazionale nell'interazione tra istruzione, formazione e lavoro. In tal senso, la scuola e le imprese, insieme dovrebbero confrontarsi in partenza sugli obiettivi comuni da traguardare in funzione dell'interesse generale che si intende perseguire in termini di ringiovanimento e ricambio generazionale nel nostro tessuto produttivo e nel nostro sistema economico e anche culturale. Una scuola più allineata ai cambiamenti sociali delle persone e ai mutati comportamenti dei consumatori è necessaria, se non si vuole incorrere nell'errore di costruire una scuola che non anticipa i fabbisogni di crescita socio-culturale e occupazionale di un paese, di una società, di un'economia.
Il secondo asse, invece, è legato alla Rivoluzione sociale, oggi ancora agli albori e che, presto investirà e invaderà la nostra vita quotidiana, il nostro modo di informarci, il nostro sistema di relazioni, la gestione del nostro tempo è perfino la costruzione della nostra personalità. In questo versante, i curricula scolastici, nella loro strutturazione in spazi di flessibilità, dovrebbero ottimizzare nel quadriennio di sperimentazione innovativa, un'efficace interazione tra contenuti e competenze acquisibili in ambienti di apprendimento formali e tradizionali -che non devono mai mancare a scuola - e contenuti e competenze acquisibili in ambienti di apprendimento informali, quale può essere la rete Internet.
I docenti delle scuole, gli influencer, i blogger e le nuove figure d'intermediazione delle conoscenze nei social media e le stesse piattaforme digitale possono integrarsi nei processi di apprendimento, portando l'infrastruttura scolastica verso quell'autorevolezza derivata dall'essere essa l'interfaccia della società che governa i tempi, che orienta i cambiamenti e che anticipa le prospettive di vita.
Per entrambi gli assi, della "Rivoluzione industriale" e della "Rivoluzione sociale", il sistema produttivo e il sistema scolastico hanno necessità di parlarsi continuamente, di pianificare strategie, di programmare tattiche e di progettare interventi. I due sistemi, insieme, sono chiamati a realizzare un'offerta formativa innovativa che, mediante queste prime 100 scuole in sperimentazione, creino le condizioni per strutturare buone prassi replicabili a scalare nel tempo sia per contenuti abbinati alle competenze di riferimento alle qualifiche professionali presenti nei repertori del Quadro Nazionale delle Qualificazioni Regionali [QNQR], sia per mobilità delle stesse, da un paese ad un altro, da un settore ad un altro, da un'azienda ad un'altra.
Diversi sono gli strumenti di cui l'Europa in prima istanza e l'Italia in seconda istanza posseggono per far fronte a risolvere i problemi dell'abbandono scolastico e dell'inserimento nel mondo del lavoro. Restando in ambito scolastico, senza toccare gli strumenti disponibili per gli studenti universitari e quelli per i lavoratori, in questo contesto scuola/lavoro, ne citiamo di seguito alcuni.
Gli strumenti per facilitare l'incontro tra scuola e lavoro in Europa e in Italia
In ambito europeo, le scuole hanno la possibilità di attingere ai programmi "Erasmus +" ed a "Erasmuspro", mediante i quali facilitare l'integrazione di ambienti di apprendimento non formali, con cui gli studenti possono, attraverso il primo programma, fare le proprie esperienze all'estero durante la frequenza a scuola e possono continuare ad aggiornarsi, con il secondo programma, mentre lavorano, dopo il conseguimento del diploma.
In questa prospettiva alle 100 scuole in sperimentazione dovrebbero essere finanziate sia le metodologie didattiche innovative, sia l'utilizzo di piattaforme digitali in grado di uniformare i processi di monitoraggio, di verifica e di valutazione dei risultati dell'apprendimento. L'obiettivo è che - metodologie e piattaforme - diventino una leva su cui strutturare partnership di intermediazione tra scuole e imprese. Ciò che manca è la condivisione di interessi comuni delle singole istituzioni (scuola/lavoro) e il connesso reciproco riconoscimento degli stessi nelle strategie di sviluppo dell'interesse generale (politiche territoriali, nazionali e comunitarie), ed è proprio per questo che vi è un notevole ritardo sia nella referenzazione delle qualifiche nazionali a quelle comunitarie nei diversi livelli di qualifiche professionali europee [EQF], sia nella creazione di un portfolio di competenze europee in processi condivisi di certificazione delle stesse.
In ambito nazionale, invece, le possibilità di realizzare progetti è data dalle risorse che il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca [MIUR] e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali [MLPS] mettono a disposizione delle istituzioni scolastiche e delle imprese.
Il MIUR, attraverso l'avviso PON Scuola, avviso 3781 del 05/04/2017 per l'azione Alternanza scuola lavoro, in scadenza il prossimo 30 giugno, offre alle scuole la possibilità di richiedere finanziamenti per la presentazione di progetti volti a valorizzare i percorsi di alternanza scuola lavoro ed in particolare per generare la mobilità degli studenti in Europa. La stessa legge 107/2015, conosciuta come la "buona scuola", ogni anno finanzia i percorsi di alternanza scuola lavoro con circa 88 euro annui per studente a garanzia delle 400 ore previste nel triennio degli istituti tecnici e professionali e circa la metà, per le 200 ore previste nel triennio dei licei.
Altri finanziamenti possono essere intercettati nei Piani Operativi Regionali [POR] volti alla creazione dell'offerta formativa regionale, ed utilizzabili anche dalle scuola, laddove queste sono accreditate come enti di formazione professionale o inserite in reti territoriali.
Il MLPS, è impegnato, versante scuola, nell'offerta alle imprese che assumono apprendisti, di incentivi e di sgravi fiscali parziali e/o fino a totale copertura del cuneo fiscale nelle regioni che beneficiano nell'obiettivo convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). E' possibile dunque che le imprese assumano apprendisti che lavorano mentre studiano per il conseguimento del diploma d'istruzione superiore.
Altre possibilità sono previste per gli studenti che nel semestre post diploma si iscrivono alle liste di collocamento della propria sede di residenza o di domicilio, facendo richiesta di un tirocinio extra-curriculare remunerato di sei mesi nell'impresa che si è resa disponibile ad accoglierli. Altre opportunità sono visionabili nel sito di "Garanzia Giovani".