Sia la pensione anticipata che le Pensioni di vecchiaia potrebbero aumentare i propri requisiti anagrafici a partire dal 2019. E' infatti notizia degli ultimi giorni quella che le pensioni di vecchiaia potrebbero prevedere un'uscita rimandata di 5 mesi, a 67 anni dai 66 anni e 7 mesi del 2017 e del 2018. Lo stesso scenario si potrebbe presentare per la pensione anticipata che, dagli attuali 63 anni e sette mesi del 2017, si innalzerebbe a 64 anni minimi a partire dal 2019. Lo stesso aumento è previsto anche per la pensione anticipata contributiva, ovvero quella che prevede 42 anni e 10 mesei di versamenti, evitando di considerare l'età anagrafica.
I tecnici del Governo se ne occuperanno nel prossimo autunno allorquando l'Esecutivo sarà chiamato a rivedere i parametri delle pensioni (anticipate e di vecchiaia) in proporzione alle speranze di vita. E' il meccanismo previsto dalla riforma delle pensioni dell'ex ministro Fornero.
Novità pensione vecchiaia e anticipata 2017: nuovi requisiti dal 2017 per la riforma Fornero?
A fronte di questo scenario cresce l'incertezza dei contribuenti che sono più prossimi all'uscita per la pensione anticipata o per quella di vecchiaia. Un lavoratore sessantenne ha scritto all'esperto de Il Messaggero in quanto, alla fine del 2016, ha compiuto i quarant'anni e un mese di contributi versati. In attesa di arrivare a quota 42,10 di contributi (previsione per la fine del 2019), il contribuente teme che gli aumenti dei requisiti anagrafici e contributivi previsti proprio per quell'anno della pensione anticipata possano spostare in avanti la propria uscita da lavoro.
In effetti, a partire dal 2019, la pensione anticipata prevederà almeno la quota 43, ovvero un numero corrispondente di anni di versamenti nella propria vita lavorativa.
Pensioni anticipate 2017 e quota 43 dal 2019: quali requisiti per l'uscita?
Occorrerà, pertanto, attendere che il Governo Gentiloni (o quello successivo) adottino il provvedimento relativo all'innalzamento dell'età e dei contributi per la pensione anticipata e di vecchiaia.
All'epoca della riforma Fornero, per il biennio 2019-2020 era previsto un innalzamento di quattro mesi: pertanto, la pensione di vecchiaia era prevista a 67 anni e undici mesi e la pensione anticipata a 43 anni e due mesi o a 63 anni e undici mesi per quella dei contribuenti post 31 dicembre 1995. Sulla base delle elaborazioni da parte della Ragioneria Generale dello Stato, gli aumenti potrebbero essere di 5 mesi e, per la pensione anticipata, necessiterebbero 43 anni e tre mesi di contributi. In un caso o nell'altro, la quota 43 risulterà addirittura insufficiente e i contributi da versare supereranno i 43 anni.