"I temi veri non sono stati ancora affrontati in modo concreto. Ci si è limitati a evidenziare i titoli di una discussione che, per tanti versi, è ancora più importante di quella che si è conclusa", lo ha affermato il segretario confederale dello Spi-Cgil Ivan Pedretti sulla pagina della "Rassegna sindacale" dopo l'entrata in vigore dell'Ape Sociale e della Quota 41 e la chiusura del primo capitolo sul tema della previdenza.

Manca ancora il decreto sull'Ape volontario

Lo stesso Pedretti, però, è consapevole che la Fase 1 non è ancora chiusa definitivamente visto che manca ancora il decreto attuativo sull'Ape volontario, la misura inserita nella Legge di Stabilità 2017 che consentirebbe agli ultra 63enni con almeno 20 anni di contributi effettivamente versati di anticipar l'uscita pensionistica attraverso un prestito erogato con l'ausilio delle banche e degli istituti di assicurazione da restituire in vent'anni con micro prelievi sull'assegno nel momento in cui viene percepita la pensione di vecchiaia.

Una misura molto complessa su cui il Governo non è riuscito tuttora a dare una risposta esaustiva anche se la data del primo maggio è passata già da un bel pezzo. Di particolare importanza è anche il decreto attuativo sul cumulo gratuito dei contributi versati in diverse gestioni previdenziali che semplificherebbe l'accesso alla pensione di migliaia di lavoratori con carriere discontinue.

Donne e giovani fra i temi da affrontare nella Fase 2

Sono questi i punti-chiave che chiuderebbero la prima fase e darebbero il via alla cosiddetta Fase 2 dell'accordo stipulato fra Governo e sindacati lo scorso settembre. Sono tanti gli argomenti che dovrebbero essere affrontati: dalla previdenza complementare, al riconoscimento dei lavori di cura alle lavoratrici, alla pensione di garanzia per aiutare soprattutto le giovani generazioni e alla rivalutazione delle Pensioni.

"A ostacolare maggiormente il dispiegarsi di un confronto costruttivo è la debolezza di questo governo, sempre sotto ricatto di possibili elezioni anticipate", ha spiegato ancora Ivan Pedretti.

Lo stesso sindacalista, avrebbe poi reso evidente la volontà di riprendere in mano il delicato tema delle donne al fine di riconoscere i periodi di cura e assistenza ai familiari con disabilità grave ai fini pensionistici. Non è escluso comunque che possa riaprirsi uno spiraglio anche per la maggioranza di lavoratori precoci rimasti esclusi dalle norme dettate dalla nuova Legge di Bilancio.