Di recente la Confsal ha anticipato l'iniziativa, a partire da quest'autunno, di un disegno di legge di iniziativa popolare per l'introduzione della Quota 100, che andrebbe a rendere più flessibile l'attuale riforma Fornero, aggiungendosi agli strumenti già messi in atto dal governo, l'Ape social, la sua forma volontaria (che dovrebbe partire a settembre) e la quota 41 "limitata" per i lavoratori precoci. Sulla questione è intervenuta anche la Lega Nord, che in merito a Quota 100 ha una proposta che si differenzia rispetto a quella di Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro.

La domanda è: l'eventuale introduzione della pensione anticipata con quota 100 converrebbe oppure no ai precoci?

La Quota 100 di Cesare Damiano

Secondo la vecchia proposta di legge di Cesare Damiano, la possibilità di andare in pensione con quota 100 la si raggiunge maturando 100 anni complessivi sommando all'età anagrafica quella contributiva. Con dei paletti però. Si può richiedere l'eventuale uscita anticipata dal lavoro a 62 anni e con un minimo di 35 anni di contributi. Da questa base di partenza poi si inizierebbero a fare i calcoli. Se ad esempio a 62 anni ho maturato 38 di contributi posso andare in pensione. Se ho 64 anni di età e ho lavorato per 36 anni ugualmente. Tutto ruota intorno al numero 100, premettendo che prima dei 62 anni e con meno di 35 anni di contributi non si può richiedere il prepensionamento.

La Quota 100 della Lega Nord

Il meccanismo è sempre lo stesso: al raggiungimento della Quota 100 si ha diritto ad andare in pensione. A cambiare sono però i paletti, rispetto a quelli fissati dal disegno di legge Damiano. Ciò che cambia, drasticamente, è l'età anagrafica minima richiesta, che non è più 62 ma scende a 58 anni.

La carriera contributiva invece rimane fissata a 35 anni. Se ad esempio a 58 anni ho maturato 42 anni di contributi posso andare in pensione. Se di anni ne ho compiuto 60 ed ho 40 anni contributivi posso accedere al prepensionamento. E così via. Le quote minime rimangono 58 di età anagrafica e 35 anni di contributi, sotto le quali non si può scendere.

Quanto convengono ai lavoratori precoci? Alcuni esempi

Ad oggi i lavoratori precoci vanno in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi (in attesa del prossimo scatto in avanti previsto dalla legge Fornero), indipendentemente dall'età acquisita. Se si rientra invece tra i beneficiari della quota 41 introdotta dal Governo a fine giugno, si può avere diritto alla pensione anticipata con 41 anni di contributi. Prendendo come esempio la Quota 100 di Damiano, il lavoratore precoce potrebbe andare in pensione soltanto a partire da 62 anni, un'età in cui si maturano forse più dei 42 anni e 10 mesi richiesti dall'attuale legge Fornero (ipotizzando ad esempio l'inizio della carriera lavorativa a 16 anni).

La situazione cambierebbe, in meglio, qualora passasse la linea della Lega Nord. A 58 anni infatti verrebbero richiesti 42 anni di contributi per avere la pensione, ipotesi reale se il precoce ha iniziato a lavorare a 16 anni. In questo caso, la quota 100 della Lega sarebbe più vantaggiosa rispetto agli attuali paletti della Fornero ed anche alla stessa quota 41, a cui può accedere soltanto una limitata parte della platea dei precoci.