Non sono novità entusiasmanti quelle che arrivano dal tema Pensioni per le lavoratrici che sperano ancora nell'estensione di Opzione Donna almeno fino al prossimo anno, sebbene l'obiettivo sia quello di rendere strutturale la misura. Dalle ultime notizie che provengono dagli addetti ai lavori e dalle voci più importanti del dibattito previdenziale, sembra che per OD sia arrivata la parola fine. Un silenzio assordante è calato sulla misura che consentirebbe, fino al 2018, alle lavoratrici di andare in pensione a 57 anni, con un taglio a volte anche consistente dell'importo della propria pensione.

Opzione Donna, Damiano non cita la misura tra i temi dell'incontro di giovedì

Nelle ultime ore è intervenuto Cesare Damiano per chiarire quelli che saranno i temi principali del terzo incontro tra governo e leader dei sindacati che si terrà al Ministero del Lavoro giovedì 27 luglio. La notizia, per le lavoratrici, è che Opzione Donna non è stata menzionata, né da Damiano né coloro i quali saranno i protagonisti dell'immediato futuro della discussione sulla riforma pensionistica. Per il presidente della commissione Lavoro alla Camera dei Deputati le priorità sono altre: pensione di garanzia per i giovani, ridefinizione del meccanismo dell'aspettativa di vita, che porta l'incremento dell'età pensionabile a tappe già prefissate, e riconoscimento dei lavori di cura ai fini previdenziali.

E' proprio quest'ultimo punto che chiarisce in maniera inequivocabile la strada intrapresa dal governo e, a meno di novità dell'ultimo minuto, dai sindacati. Per le pensioni delle donne si va verso la definizione di una nuova misura, che con tutta probabilità rottamerà Opzione Donna, con buona pace delle lavoratrici, le quali proseguono nella loro protesta delle ultime settimane.

OD al 2018, un silenzio che parla

Quando si parla di un tema in maniera ripetitiva, specialmente in uno spazio temporale ristretto, è probabile che sarà argomento di discussione primario. E' successo così per l'Ape social, per la forma volontaria dell'anticipo pensionistico, succederà così probabilmente anche per la pensione di garanzia dei giovani a partire da un importo minimo di 650 euro (nonostante la parziale retromarcia registrata di Tommaso Nannicini negli ultimi giorni), allo stesso modo sarà così anche per la neonata Ape donna, lo strumento attraverso il quale si vuole offrire uno sconto di 3 anni contributivi rispetto a quelli richiesti attualmente per accedere all'Ape agevolata, vale a dire 30 anni (36 se si è occupate in attività gravose).

L'opinione delle lavoratrici appartenenti al gruppo "Opzione Donna Proroga al 2018" di Giulia Molinaro e Vania Barboni è palese da giorni: no all'Ape donna e a qualsiasi altra misura che non sia Opzione Donna, per cui si continua a chiedere la proroga al 2018 ed un intervento finalizzato a renderla da regime sperimentale a strutturale.

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