Torna ad accendersi il dibattito pubblico sul congelamento dell'aspettativa di vita, un parametro che se applicato automaticamente rischia di portare l'età di uscita dal lavoro con la pensione di vecchiaia sopra i 67 anni di età. Sulla vicenda è tornato ad intervenire nelle scorse ore il Presidente Inps Tito Boeri. Durante un'intervista rilasciata per il Sole 24 Ore ha spiegato di stimare in 141 miliardi di euro in più la spesa necessaria per bloccare l'AdV dal 2021 in avanti. Un importo che secondo l'economista sarebbe destinato a "tradursi in un aumento del debito pensionistico implicito, dato che l'uscita prima del previsto non verrebbe compensata da riduzioni dell'importo delle pensioni".

La questione sarebbe quindi destinata a ripercuotersi anche sui mercati internazionali, visto che secondo il tecnico bisognerebbe capire in che modo "accoglierebbero lo smantellamento di una riforma, quella del 1996, che abbiamo venduto in tutto il mondo come sostenibile, perché basata su adeguamenti automatici alla longevità".

Pensioni e adeguamento all'AdV: il focus sulle altre stime circolate sui media

All'interno della stessa intervista il Presidente Inps sgombra anche i dubbi sul dato circolato negli scorsi giorni, in merito ad un costo di 1,2 miliardi di euro per lo stop all'AdV nel solo 2019. "Non è nelle simulazioni" in corso di sviluppo per l'esecutivo, che rimangono riservate. Resta comunque il fatto che secondo Boeri un intervento su questo parametro deve essere considerato come "pericolosissimo", sia pensando a chi è già in pensione che ai futuri pensionati.

Un esempio concreto è quello delle lavoratrici che hanno aderito all'opzione donna, facendo i conti sulla base dei futuri incrementi per la longevità. In questo caso, le lavoratrici si troverebbero con uno scenario completamente cambiato. Un fatto che secondo Boeri produrrebbe inevitabilmente proteste e rivendicazioni verso la controparte politica.

Gli appelli a Parlamento e Governo per il blocco degli aumenti all'età pensionabile

Stante la situazione, la vicenda appare ancora lontana dal concludersi. Risale a soli pochi giorni fa l'ultimo appello congiunto dei Presidenti delle Commissioni lavoro di Camera e Senato Damiano e Sacconi sul blocco dell'ulteriore aumento dell'età pensionabile "per il periodico adeguamento all'aspettativa di vita".

L'idea è di prevedere perlomeno una maggiore gradualità nell'applicazione di questo parametro, anche perché "in oggettiva contraddizione con l'entrata in vigore dell'APE, il cui successo di questi giorni conferma il bisogno di molti di evitare l'assenza di reddito da lavoro e da pensione".

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