Ormai si sono rassegnati i molti precari Ata, che da anni aspettano che anche per loro accada qualcosa. Le sentenze della Cassazione hanno gelato anche quelli che avevano sperato in una svolta giudiziale, così da anni si rimpalla la patata bollente del diritto all'assunzione per i precari storici, tra giustizia italiana e Corte Europea. E quest'anno una nuova delusione: per l'a.s.

2017/2018 solo 6 mila assunzioni, a fronte di altri 12 mila posti che andranno ai supplenti!

Solo 6 mila Ata assunti di ruolo

Nonostante le nuove assunzioni Ata siano in dirittura d'arrivo, non c'è esultanza per tanti precari che ormai da anni non lavorano più nella Scuola. Pur avendo speso energie e sofferto, tra anni di attese e illusioni di tornare presto in servizio e prendere il posto di ruolo che spetta loro, secondo la sentenza Mascolo della giustizia europea, niente contratto per il prossimo anno. I tagli eccessivi stanno allontanando sempre di più, per loro il futuro di un contratto a tempo indeterminato, e la politica fa orecchie da mercante riguardo a questa categoria di dipendenti del pubblico impiego.

Toccherà solo a 6 mila dipendenti Ata, la realizzazione del sogno del posto fisso, mentre altri 12 mila dipendenti, continueranno a lavorare come precari. Il piano di assunzione fuori provincia, realizzato per i docenti, non è stato mai proposto agli Ata, e così si va avanti con le supplenze e creando nuove sacche di precariato. Il ruolo riguarderà esattamente 6.260 dipendenti Ata, che copriranno 5913 posti vacanti dal 1° settembre 2017 per i pensionamenti e altri 347 posti autorizzati in organico. I posti però sono molti di più, ben 12mila posti sull'organico di fatto non andranno al personale da assumere di ruolo, ma verranno occupati con incarichi annuali.

D'altro canto, per il sogno di poco più di mille euro al mese, tra qualche giorno si muoverà più di un milione di disoccupati italiani, che sperano di trovare lavoro stabile nella scuola, anche a costo di grandi sacrifici, e che a tal fine produrranno domanda per l'aggiornamento o inserimento in III fascia Ata.

Purtroppo, però, lo stipendio di un bidello è misero, e lo stesso dicasi di quello degli assistenti amministrativi e dei tecnici, che fanno un lavoro sempre più usurante e sovraccaricato di nuove incombenze. Nonostante l'orario di lavoro settimanale sia di 36 ore (a cui seguono a volte straordinari nel pomeriggio, sia per i bidelli che per gli assistenti) lo stipendio è fermo da anni a poco più di 1000 euro netti per i precari ( il personale di ruolo giova degli scatti, e prende qualcosa in più), non venendo adeguato da anni, non solo alle maggiori competenze attribuite al personale in servizio, ma neanche al costo della vita.

Ata: posto ambito ma stipendio basso

Quindi, pochi soldi, ma incombenze in aumento nelle segreterie, che hanno subito anche tanti tagli organici e che alla luce della nuova situazione, devono ricorrere a turni di straordinario nel pomeriggio (se non addirittura serali e notturni).

Ma per chi non lavora rimane pur sempre un sogno, anche uno stipendio di mille euro, ma in un posto pubblico. La crisi ha portato molti italiani senza lavoro, a convergere nella scuola gli sforzi per trovare un lavoro stabile. Le imprese chiudono, e i diritti e lo stipendio nel privato sono diventati merce di scambio, si lavora tanto e si prende poco. Il pubblico viene visto ancora oggi come un luogo di privilegi, e per tanti lavorare nella scuola pubblica è un modo per trovare sicurezze e diritti.

Basta parlare con chi sta aspettando da mesi che esca il bando Ata 2017/2020, per capire la situazione precaria dei giovani italiani. I politici dovrebbero prenderne atto, di quanta fame di lavoro c'è in Italia, e quanto bisogno di stabilità!

Assumere i precari di vecchia data, invecchiati nella scuola aspettando il posto fisso, è un obbligo morale come pure non tagliare più posti di lavoro, per dare un ulteriore chance a tanti giovani. Speriamo che le nuove idee del nuovo Ministro Fedeli, convergano su queste vie!