La novità principale sul fronte Pensioni del mese di settembre è l'Ape volontaria. Dopo il via libera al decreto attuativo, grazie alla firma del premier Paolo Gentiloni, oggi approfondiamo un aspetto che fin dall'inizio della discussione intorno alla misura pensionistica ha destato grandi perplessità: in caso di decesso del pensionato, chi paga i costi dell'anticipo pensionistico? Le opzioni, fondamentalmente, sono due: la famiglia o un ente X. Le polemiche, nei mesi precedenti, avevano riguardato l'eventualità che, in caso di decesso del fruitore della pensione, dovesse poi farsi carico la famiglia.
Le cose stanno realmente così oppure no?
Cosa succede in caso di decesso del pensionato
Poniamo il caso che un lavoratore presenti domanda di prepensionamento all'età di 63 anni, quindi sfruttando i 3 anni e 7 mesi di anticipo consentiti dall'Ape volontaria rispetto ai 66 anni e 7 mesi che occorrono, oggi, per andare in pensione. Il prestito pensionistico dura 20 anni. Al termine di questo periodo, l'assegno previdenziale torna all'importo previsto inizialmente senza il taglio operato dalla richiesta di anticipo, che dovrebbe attestarsi intorno al 2,8 per cento, in media.
Ricapitolando, il pensionato dovrà rimborsare, accettando una decurtazione di parte della sua pensione, il prestito fino all'età di 83 anni.
Non tutti però hanno la fortuna di raggiungere tale età, nonostante la speranza di vita indichi che l'Italia sia uno dei Paesi più longevi al mondo. In caso di morte del pensionato, che cosa succede? Praticamente nulla. Le spese per il completamento del prestito saranno coperte interamente dalla polizza assicurativa, obbligatoria per il lavoratore che richiede l'anticipo pensionistico volontario.
Anche per quanto riguarda la reversibilità non ci sarà alcuna differenza rispetto a quanto accade oggi, con l'eventuale coniuge che riceverà la percentuale di pensione prevista dalle norme attuali.
Le convenzioni ancora da stipulare
La firma del decreto attuativo di Paolo Gentiloni non ha ancora reso operativa l'Ape volontaria.
Mancano infatti le convenzioni con Abi e Ania, che concederanno rispettivamente il prestito per finanziare la misura previdenziale che reintroduce la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e la polizza assicurativa che copre appunto i costi in caso di morte del pensionato.
È probabile che l'anticipo pensionistico, aperto - ricordiamo - a tutti, dai lavoratori pubblici a quelli privati, passando per gli autonomi e coloro che appartengono alla gestione separata dell'Inps, diventi operativo tra la fine del corrente mese e l'inizio di ottobre. Un'altra postilla importante da sottolineare è la retroattività dell'intervento al 1° maggio. Ciò significa che chi ha maturato i requisiti necessari (63 anni di età e 20 anni di contributi) entro la data del primo maggio, avrà diritto di ricevere gli arretrati. Per maggiori approfondimenti sui temi previdenziali continuate a seguirci.