Altro che aumento automatico dell'età pensionabile per adeguarla alle aspettative di vita, serve un adeguamento al ribasso proprio perché la mortalità è in aumento: lo sostiene, intervenendo sulla fase due della riforma Pensioni, il presidente della commissione Lavoro pubblico e privato della Camera, Cesare Damiano (Pd). Mentre si attende che decolli l'Anticipo pensionistico volontario rivolto agli over 63, già decretato dal presidente del consiglio Paolo Gentiloni, il parlamentare del Partito democratico fa un primo bilancio degli uomini e donne che sono riusciti ad andare in pensione con le modifiche al sistema previdenziale introdotte dal 2012 fino a oggi.

Pensioni, Damiano incalza il Governo sull'età pensionabile

Secondo i dati forniti da Cesare Damiano sono complessivamente più di 255mila i lavoratori che hanno anticipato la pensione con le nuove norme. In totale sono 60mila quelli che hanno presentato la domanda per l'Anticipo pensionistico sociale e la Quota 41 per una parte dei lavoratori precoci. Quasi 36mila sono le lavoratrici andate in pensione con la formula sperimentale di Opzione Donna, per la quale si chiede una nuova proroga o la stabilizzazione. A questi numeri vanno aggiunti quelli dei lavoratori che chiederanno di andare in pensione con la soluzione dell'Anticipo pensionistico volontario, ovvero la pensione anticipata con la formula del prestito erogato dalle banche e garantito dalle assicurazioni con il coordinamento dell'Istituto nazionale di previdenza sociale presieduto attualmente dall'economista bocconiano Tito Boeri.

Numeri della fase 1 riforma pensioni: 255 lavoratori in uscita

"Per finanziare queste scelte - ha dichiarato Cesare Damiano - con una lunga e difficile battaglia parlamentare sono stati stanziati complessivamente - ha spiegato - oltre 20miliardi di euro, parte dei quali - ha aggiunto il presidente della commissione Lavoro di Montecitorio - non verranno spesi e andrebbero recuperati - ha sottolineato - per nuovi interventi previdenziali".

Secondo l'ex ministro del Lavoro, tra i nuovi interventi previdenziali, appare importante quello relativo allo stop dell'aumento dell'età pensionabile per effetto delle speranze di vita rilevate dall'Istat, terreno di scontro tra esecutivo e parti sociali nell'ambito del confronto sulla fase 2 della riforma pensioni. Recenti ricerche citate da Damiano hanno fatto emergere che la mortalità è cresciuta del 15% nei primi tre mesi del 2017.

Quindi no all'aumento ma sì al ribasso dei requisiti anagrafici per l'accesso al trattamento pensionistico. "Ci aspettiamo - ha fatto sapere Damiano al Governo Gentiloni - una correzione, al ribasso".