I nuovi sviluppi riguardanti le pensioni anticipate tramite APE sociale e Quota 41 per i lavoratori precoci vedono arrivare una nuova nota direttamente dal Ministero del Lavoro. Al suo interno, si fa diretto riferimento al primo esame delle domande da parte dell'Inps ed alle successive indicazioni fornite allo stesso Istituto. In particolare, la nota evidenzia come l'elevato numero di respingimenti "sia riferito all’esame effettuato dall’Istituto prima delle nuove indicazioni fornite dal MdL". Con una successiva precisazione, il Governo avrebbe quindi ribadito la propria volontà di "favorire una piena utilizzazione delle misure".

A tale riguardo, l'esecutivo "valuterà i risultati del riesame delle domande da parte dell’INPS, verificandone la coerenza con le indicazioni fornite", mentre all'interno della prossima legge di bilancio si conferma la "volontà del Governo di ampliare l’utilizzabilità dell’Ape sociale", con riferimento in particolare alle "lavoratrici con figli" ed ai "lavoratori disoccupati a seguito della conclusione di contratti a tempo determinato".

Pensioni e APE social, verso bonus contributivo di 6 mesi per ogni figlio

Entrando nello specifico, il Governo punta a garantire uno sconto alle lavoratrici per l'accesso all'APE sociale, consentendo la fruizione della misura con 63 anni di età e 30 anni di versamenti (36 per chi ha svolto attività gravose), ma riconoscendo un bonus di sei mensilità per ogni figlio, con uno sconto massimo di 2 anni.

Per quanto concerne invece i lavoratori disoccupati, l'APE sociale risulterà accessibile anche a chi possiede i requisiti ed al contempo si vede scadere l'ultimo contratto a termine, purché abbia maturato almeno 18 mesi di contratti di lavoro effettuati nell'ultimo triennio. Resta però il fatto che le misure appaiono ancora distanti rispetto alle richieste sindacali.

Le parti sociali avevano infatti proposto, ad esempio, di slegare il riconoscimento dei lavori di cura dall'APE sociale. Mentre sull'intero comparto previdenziale continua a pesare il prossimo aggiornamento all'aspettativa di vita a partire dal primo gennaio 2019. Una misura che la piattaforma unitaria chiede invece di adeguare sulla base della effettiva tipologia di lavoro svolto.

Berlusconi rilancia nuovamente le pensioni minime a 1000 euro

Nel frattempo arrivano nuove proposte di intervento sul campo previdenziale anche dall'opposizione. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi è infatti tornato a parlare di Pensioni minime, rilanciando l'idea di aumentarle a 1000 € al mese per 13 mensilità annue. Si tratta in effetti duna proposta resa pubblica già durante la scorsa estate e che l'ex Premier ha rilanciato in occasione della sua visita ad Ischia. Particolare attenzione è andata anche alle donne con figli, "che hanno lavorato anche la sera, di notte, sabato, domenica: avranno una pensione perché hanno diritto ad avere una vecchiaia serena e dignitosa".

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