Una piattaforma per l'Ape sociale più grande ed una quota 41 universale, che è un po' il sogno dei lavoratori precoci. In estrema sintesi sono queste le idee rilanciate da Maurizio Landini in occasione della risposta a Francesca Lemma, amministratrice del gruppo "41 per Tutti Lavoratori Uniti" nel corso di un'iniziativa promossa da Sinistra Italiana a Torino. Le ultime novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 3 ottobre ci ripropongono il tema della flessibilità pensionistica e della piattaforma unitaria che Cgil, Cisl e Uil hanno presentato al governo di recente per i lavori sulla cosiddetta fase 2, nonostante aumenti il pessimismo sulle risorse che il governo riuscirà a destinare al pacchetto previdenziale.

Quota 41 per tutti i lavoratori precoci, la risposta di Landini

A precisa domanda della signora Lemma, il segretario confederale della Cgil ha sottolineato come sia una rivendicazione del sindacato poter andare in pensione dopo 41 anni di contributi. Non si parla dunque, in estrema sintesi, della sola pensione anticipata dei precoci, ma di reale quota 41 per tutti. Ciò che dice subito dopo il sindacalista deve però far riflettere. Landini afferma infatti che il governo su questo punto si è sempre mostrato contrario, facendo intendere che difficilmente, con il governo attualmente in carica, si arriverà ad un provvedimento che contempli la possibilità da parte di ciascun lavoratore di andare in pensione dopo essere stato in fabbrica, in ufficio o in miniera per 41 anni.

Sembra dunque tramontare il provvedimento che consentirebbe all'intera platea dei lavoratori precoci di andare in pensione dopo 41 anni di contributi. Su tale punto, Maurizio Landini è stato chiaro, ribadendo più di una volta l'assoluta chiusura da parte dell'esecutivo anche solo di affrontare il tema nel tavolo di discussione.

Il sindacalista ha anche detto che in data odierna (martedì 3 ottobre ndr) ci sarà un un direttivo della Cgil dove verranno decisi i passi da compiere in merito alla mancanza di risposte dal governo Gentiloni sul tema della fase 2 delle Pensioni. Si deve fare in fretta, visto che - come ha ricordato Landini - a metà ottobre sarà presentata la Legge di Bilancio per il 2018.

Anche quest'anno, i lavoratori precoci rischiano di vedersi la strada sbarrata. Il decreto attuativo quota 41 pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso luglio ha consentito soltanto ad una ristretta cerchia di lavoratori di andare in pensione dopo 41 anni di lavoro, gli stessi che rientravano nelle categorie dell'Ape social. Le proteste sono state numerose, gli sforzi immani, ma le attuali risorse a disposizione dall'esecutivo non sembrano essere così cospicue da consentire il lancio di una misura universale. Mancano meno di due settimane al varo della prossima manovra finanziaria. Dalla lettura della nota del Def, Maurizio Landini ha sottolineato come le speranze di vedere qualche intervento a favore sulle pensioni sono pressoché nulle.

'Allargare la platea dei beneficiari di Ape social'

Il segretario Landini ha inoltre ribadito la proposta di allargare la platea di coloro che possono accedere all'anticipo pensionistico agevolato, la cosiddetta Ape sociale, sottolineando come siano esigue le categorie che possono beneficiare attualmente del prestito previdenziale le cui spese sono a carico dello Stato, a differenza invece dell'Ape volontaria, il cui decreto dovrebbe essere a breve pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

A conclusione del suo intervento, Maurizio Landini ha fatto cenno ai lavori gravosi e usuranti, per i quali il governo dovrebbe aumentare gli sforzi per riconoscere loro agevolazioni in tal senso.

Infine, si è parlato anche dei lavori di cura, con il riferimento al sistema previdenziale tedesco, dove una lavoratrice che partorisce un figlio riceve 2 anni di contributi. Rimanete aggiornati riguardo alle proposte dei sindacati sul decreto Ape social e la quota 41 dei precoci. Se, più in generale, volete conoscere le ultime notizie sulle pensioni, cliccate il tasto Segui in alto a destra.