Prosegue la lotta di Giovanni Cafaro, pioniere del "codismo" in Italia che, dopo essersi reinventato in prima persona, aver creato una nuova professione, regolamentato la stessa con un vero e proprio contratto previsto dalle norme in termini di Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro, aver trasformato un'esigenza in una professione con la quale sopravvivere, ha trasformato questa professione in una nuova opportunità anche per i disabili.

Questo obiettivo ambizioso è la "scalata dell'Everest" di Giovanni Cafaro che, ormai da mesi, sta cercando di ottenere, costituendo il suo "Movimento Disabili Art.14": che richiama il testo del medesimo articolo che prevede e stabilisce la regolamentazione in fatto di lavoro per le categorie protette.

Un "Movimento" inarrestabile

Dopo aver regolamentato la professione del corista, il suo ideatore, Giovanni Cafaro, 44enne salernitano che ha fatto di necessità virtù, lo stesso notò, parlando con alcuni disabili, un interesse da parte loro verso questa professione e che sarebbe stato loro desiderio poterla svolgere esattamente come qualsiasi altra persona "normale".

Questo desiderio, per Giovanni, è divenuto un obiettivo concreto da raggiungere e che sta portando avanti affinché, anche i soggetti svantaggiati, possano godere di quei diritti garantiti dalla legge nazionale 68 del 1999 che consente alle cooperative sociali, attraverso l'art.14, di assumere disabili anche per conto di aziende ed Enti.

Un granello di sabbia ne la mare che, però, potrebbe rivelarsi come una importante opportunità lavorativa per quelle categorie di persone che, purtroppo, hanno spesso difficoltà ad inserirsi in ambienti lavorativi rimanendo, di fatto, ai margini di una società non a misura loro. È questo lo scopo, o meglio, la missione di Giovanni: farsi portavoce di quelle persone rimaste inascoltate per troppo tempo.

Negli ultimi anni, anche in Sicilia, fortissime sono state le voci di protesta nei confronti delle istituzioni a causa della loro deplorevole mancanza di attenzione nei confronti dei disabili per la difesa dei loro, legittimi, diritti. Un abbandono istituzionale che ha movimentato Enti, Associazioni e personalità dello Spettacolo affinché questa vergognosa mancanza di interesse potesse trasformarsi in proposte e progetti concreti.

Prossimamente a Roma, infatti, è previsto il Diversity Day: un progetto di incontro tra domanda e offerta lavorativa e facilitazione all'ingresso del mondo del lavoro per le categorie protette ed i soggetti svantaggiati.