Le ultime notizie sulla riforma pensioni, ad oggi, giovedì 28 dicembre 2017, sono relative al possibile ed ulteriore slittamento dell'Ape volontaria, il cui avvio era atteso per i primi giorni del 2018. Ci occuperemo, inoltre, delle reazioni del mondo economico alle dichiarazioni del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, e della brutta sorpresa a cui andranno, purtroppo, incontro le lavoratrici nate nel 1953.

Pensioni 2018, notizie oggi 28 dicembre: Ape volontaria slitta a febbraio?

Lo start dell'Ape volontaria è destinato ad un nuovo slittamento?

Sembrerebbe proprio di sì. Ne ha dato notizia termometropolitico.it, sottolineando come la firma degli accordi con Abi e Ania, che sembrava ormai imminente prima di Natale, non è stata ancora ratificata. Considerando la fine della legislatura e il ponte di fine anno, c'è il rischio che l'accordo possa subire un ulteriore ritardo e che l'Ape volontaria venga rinviata a febbraio. Inoltre, dopo la firma dell'accordo tra ministero, Abi e Ania, l'Inps dovrà inviare al ministero del Lavoro, entro 15 giorni, la circolare attuativa. Solo così potrà essere dato il via libera alle domande attraverso la piattaforma 'My Inps'.

Riforma pensioni 2018: Berlusconi e il reddito di dignità, 'sogni impossibili da realizzare'

Francesco Daveri, economista e professore di macroeconomica all'Università Bocconi di Milano, ha duramente criticato le dichiarazioni del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in merito al cosiddetto 'reddito di dignità' di almeno 1000 euro al mese, pensionati compresi.

Daveri, nel corso di un'intervista rilasciata all'Huffington Post, ha parlato di sogni impossibili da realizzare. 'Sembra di essere davanti ad un altro giro di propaganda elettorale - ha dichiarato l'economista, sottolineando che quelle di Berlusconi sono soltanto promesse che non potranno essere mantenute per via delle coperture finanziarie insufficienti.

Ultime notizie pensioni, oggi 28 dicembre: la beffa per le lavoratrici nate nel 1953

Le lavoratrici nate nel 1953 sono destinate a subire una beffa nel 2018. Infatti, come sottolineato da Quotidiano.net e da Wallstreetitalia.com, queste lavoratrici avrebbero potuto accedere alla pensione a partire da agosto 2018, nel caso in cui fosse rimasta valida la precedente soglia per il pensionamento a 65 anni e 7 mesi. Invece, l'innalzamento della soglia dell'età pensionabile sposterà addirittura al 2020 l'uscita dal lavoro: infatti, dal 2019 è previsto l'ulteriore aumento a 67 anni per l'adeguamento all'aspettativa di vita. Morale: una doppia penalizzazione e beffa incorporata, visto che le lavoratrici nate nel 1953 saranno costrette ad aspettare il 2020 e il compimento dei 67 anni di età.