Stesso sistema dello scorso anno per le nuove domande per l’Anticipo Pensionistico (Ape Social) e per lo scivolo per precoci (quota 41), ma numerose le novità a partire dalle scadenze di presentazione delle istanze. Sono stati finalmente aperti i termini per la presentazione delle domande per queste due importanti misure che la Legge di Bilancio non ha cancellato, ma solo corretto. Ecco tutto quello che è importante conoscere circa le due misure come sono state aggiornate in manovra.

Al via le istanze

L’Ape Sociale, l’Anticipo Pensionistico completamente a carico dello Stato a partire dai 63 anni di età può essere richiesto all’Inps con la stessa procedura dello scorso anno.

Va presentata domanda di certificazione del diritto, cioè la richiesta da fare all’Inps che deve ratificare il diritto all’Ape Sociale del richiedente. La scadenza per la presentazione delle prime domande 2018 scadrà il prossimo 31 marzo. Un mese di tempo in meno per quei lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni di età (almeno un anno anche se discontinuo) e che hanno raggiunto i 41 anni di contributi. Per la quota 41 infatti, le domande scadranno il 28 febbraio prossimo. A dire il vero la Legge di Stabilità ha lasciato una particolare deroga solo per i richiedenti l’Ape sociale, cioè la proroga della scadenza delle istanze al 15 luglio che godranno di priorità rispetto alle domande presentate in data successiva per il secondo giro di presentazione.

Va sottolineato come i requisiti utili alle due misure sono identici a quelli che servivano lo scorso anno e possono essere centrati anche dopo la presentazione dell’istanza di certificazione, purché vengano chiusi entro la fine del 2018.

Tutte le nuove norme

La platea di beneficiari delle due misure risulta la medesima, cioè disoccupati, caregivers, invalidi e soggetti alle prese con i lavori gravosi.

La manovra ha allargato la platea dei beneficiari di queste misure sempre che rientrino nelle macro-categorie di disagiati prima citate. L’aspettativa di vita che porterà le Pensioni ad allontanarsi di 5 mesi nel 2019 ha rappresentato un assist per l’allargamento del perimetro di applicazione di queste misure. I lavori gravosi verranno esentati da questo inasprimento in termini di requisiti per le pensioni ed il Governo ha portato a 15 le categorie di lavori da considerare tali.

Anche per Ape sociale e quota 41 quindi, per lavori gravosi si intenderanno anche i nuovi marittimi, pescatori, siderurgici e agricoli. Diventano 15 le categorie di lavoratori che con 36 anni di contributi versati, dei quali almeno 7 degli ultimi 10 versati durante le attività di lavoro gravoso e con 63 anni di età possono richiedere l’Ape Social. Le stesse tipologie di lavoratori, questa volta indipendentemente dall’età, ma con 41 anni di contributi (uno da giovani e sempre 7 su 10 per la continuità in attività logorante) possono ottenere lo scivolo per precoci. Altre novità riguardano i disoccupati, che possono centrare quota 41 o l’Ape Social co 30 anni di contributi. Lo stato di disoccupazione utile alle misure non si perde per periodi di lavoro saltuari coperti da voucher o buoni lavoro.

Inoltre viene concessa la possibilità di accesso alle misure, prima negata, a disoccupati provenienti da perdita di lavoro per scadenza contratto e non per licenziamento. Previsti sconti per le donne con figli, nell’ordine di 6 mesi di contributi necessari in meno per ogni figlio avuto fino al tetto massimo di 2 anni di abbuono. Infine si allarga la platea dei soggetti disabili a carico che possono essere considerati utili agli anticipi. Se fino a tutto il 2017 il caregiver era considerato tale solo se aveva parenti disabili di 1° grado, adesso si arriva fino al 2° grado.