Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 22 gennaio 2018 vedono crescere le proteste degli insegnanti che ingiustamente non riescono ad accedere all'APE sociale, nonostante la maturazione del diritto alla quiescenza. Nel frattempo diventa sempre più accesa anche la discussione elettorale, che continua ad avere tra i principali motivi di scontro proprio la riforma del sistema previdenziale. Infine, i sindacati tornano a puntare il dito contro le differenze di genere. Vediamo insieme tutti i dettagli al riguardo nel nostro nuovo articolo di approfondimento.

Uscite anticipate e APE social: insegnanti ancora bloccati

Prosegue la protesta degli insegnanti, che risultano ingiustamente bloccati fuori dal pensionamento anticipato nonostante abbiano maturato i requisiti utili per accedere all'APE sociale. Ad esprimere tutta la propria delusione è stata l'Anief - Cisal, attraverso la pubblicazione di una nuova nota, nella quale ha evidenziato il rischio di vanificare la pur ridotta possibilità di prepensionamento. E tutto ciò senza contare le rinunce riguardanti il futuro importo della pensione. "Va ricordato che ammesso che si riesca ad anticipare l'accesso al pensionamento, questi docenti percepiranno in media un assegno pensionistico ridotto, rispetto al 2011, fino all'8%.

Siamo davvero stufi e ci appelliamo ai nostri governanti perché si adoperino, benché a fine legislatura, per attuare quei provvedimenti d'urgenza necessari a non penalizzare ancora una volta i dipendenti della scuola pubblica", ha concluso il comunicato.

Meloni torna su povertà e aumento delle minime

La principale rappresentante dei Fratelli d'Italia torna ad evidenziare le ultime proposte del partito per il sociale, ricordando che "a Milano il 40% dei cittadini poveri che si rivolgono alla Caritas sono italiani.

Persone invisibili, che in questi anni la sinistra ha totalmente abbandonato a se stesse perché troppo concentrata sul business dell'accoglienza degli immigrati. Non è civile quello Stato che si occupa di tutti ma non del suo popolo". Mentre per quanto concerne i futuri interventi in caso di elezioni, "aumenteremo le pensioni minime, raddoppieremo l'assegno di invalidità e sosterremo con un "reddito d'infanzia" le famiglie con minori a carico".

Dal M5S il rilancio sugli assegni minimi

Non si è fatta però attendere la risposta del Movimento 5 Stelle. "Noi vogliamo aumentare la pensione minima fino a 780 euro", ha spiegato Alessandro Di Batista via Facebook. "Poi vogliamo creare una banca pubblica di investimento per dare denaro alle piccole e medie imprese. Abbiamo fatto quello abbiamo potuto con il micro credito, tagliandoci gli stipendi, mentre gente come la Meloni ha votato la Fornero", ha concluso.

La UIL chiede pensioni più pesanti ed il superamento delle disparità di genere

"La Uil chiederà un sistema fiscale più leggero per salari e pensioni più pesanti, nell'ambito di una riforma che possa contribuire anche al superamento di questo divario di genere".

Lo ha affermato il Segretario Generale Carmelo Barbagallo, dopo aver ricordato i recenti dati Onu sulla disparità salariale tra uomini e donne. Il sindacalista ha ricordato che senza un intervento su questo campo non potrà davvero esserci una parità non solo economica, ma neanche sulle opportunità e sull'autonomia delle donne. Barbagallo ha anche chiesto recentemente di fermare il continuo rilancio di nuove promesse elettorali. "Solo a titolo di esempio, penso alla legge Fornero: c’è chi vorrebbe abolirla del tutto, ma servirebbero 80 miliardi. Se li trovassero, saremmo con loro. Più realisticamente, noi abbiamo iniziato un processo di sostanziale modifica di quel provvedimento e, nella trattativa con il Governo, abbiamo già fatto qualche passo avanti: vorremmo proseguire su questa linea di riforma di quella legge".

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