Non sono isolati i casi in cui a qualche pensionato italiano arrivi una lettera da parte dell'Inps con la quale l’Istituto chiede soldi indietro al pensionato. Innanzi tutto appare paradossale il fatto che in questi casi l'Inps spedisca missive a casa dei pensionati quando invece per altre situazioni e per altri adempimenti richiesti, le lettere non vengano più inviate. La forte digitalizzazione di tutta la Pubblica Amministrazione non ha escluso l’Istituto di Previdenza che adesso chiede ai pensionati di adempiere al modello Red o di scaricarsi da soli la busta paga del pensionato, il modello Obis/M tramite internet, credenziali di accesso, Pin e servizi telematici.

Per soldi che l'Inps avanzerebbe dal pensionato invece, le missive arrivano. Patronati, Caf, commercialisti e associazioni di pensionati sono tempestati da individui che hanno ricevuto queste comunicazioni, spesso con cifre di rilievo che fanno letteralmente perdere il sonno ai malcapitati. Un caso del genere e pure abbastanza eclatante è quello che riporta il quotidiano ''Il Giornale'' di oggi 6 marzo. Una cosa però è certa, l'Inps non sempre può chiedere al pensionato la restituzione di somme che l’Istituto considera indebitamente percepite e lo stesso articolo spiega il perché.

Somme indebite, cosa incide

Come dicevamo l'Inps non invia più niente a casa del pensionato, nemmeno l’Obis/M che poi servirebbe al pensionato per verificare tutte le voci sia attive che passive che costituiscono il proprio assegno previdenziale.

In quella che molti considerano la busta paga del pensionato vengono riportati gli importi di pensione, maggiorazione, integrazione al minimo, assegni familiari, trattenute sindacali, Irpef e così via. Il modello Red che è un autentico obbligo ad adempiere per i pensionati che non sono tenuti a presentare dichiarazioni dei redditi, anche esso non viene più recapitato al pensionato ma va recuperato in rete o tramite Patronati e Caf.

L’importanza del Red è specifica sul regolare importo di pensione da erogare da parte dell'Inps. Con il Red il pensionato segnala all'Istituto i propri redditi, la propria composizione del nucleo familiare e ogni altra voce che potrebbe incidere sugli importi di pensione. Un Red errato o non inviato non consente all'Inps di pagare in maniera appropriata la pensione.

Ecco che nascono i casi di Pensioni sbagliate che se a sfavore del pensionato fanno nascere le problematiche dei diritti inespressi ed i ricorsi o le ricostituzioni di pensione che servono al pensionato per recuperare quanto non erogato dall'Inps fino a 5 anni indietro. Nel caso di cui parla l’articolo invece siamo di fronte alla situazione opposta, con l'Inps che chiede ad una pensionata di restituire la bellezza di 14mila euro per somme indebitamente percepite. In pratica l'Inps ha erogato alla pensionata pensioni più elevate di quelle spettanti e mese per mese e in questo caso anno per anno si è venuto a creare un autentico debito per la pensionata.

Come si risolve la faccenda?

Verrebbe sicuramente paura a mettersi nei panni della pensionata a cui l'Inps chiede i 14mila euro indietro, con trattenute mensili sulla pensione o addirittura con un bollettino postale intestato all’Istituto.

In aiuto a questa signora ed a tutti i casi simili ci sono numerose sentenze della Cassazione, tra le quali una recentissima di fine 2017 che viene richiamata anche dal quotidiano. La Cassazione conferma il diritto dell'Inps a ricalcolare in un qualsiasi momento successivo alla liquidazione delle pensioni, gli importi delle stesse. In pratica dall'oggi al domani l'Inps può verificare la bontà delle sue erogazioni e ridurle se si accorge che siano più elevate di quanto dovrebbero essere. La restituzione delle cifre percepite nei periodi pregressi però non è altrettanto automatica e soprattutto l'Inps non sempre ha diritto a richiederle. Le somme indebitamente percepite dal pensionato e quindi erogate per errore da parte dell'Inps per essere richieste ai malcapitati, devono nascere da dolo da parte di questi ultimi.

In pratica deve essere colpa del pensionato che ha tenuto nascosto redditi percepiti, familiari non più a carico ed ogni altra voce che andrebbe a ritoccare in diminuzione la propria pensione. Se l’errore dipende dall'Inps che ha sbagliato i calcoli, nulla può essere chiesto al pensionato. Il dolo da parte del pensionato però secondo il quotidiano è assai difficile da provare, anche se gli elementi di rischio sono cresciuti negli ultimi anni. I problemi del Red e dell’Obis/M che non arrivano ai pensionati non tecnologici o non attenti possono far scaturire queste problematiche. Il coniuge a carico l’anno precedente che trova lavoro non dà diritto agli assegni e questa per esempio è una cosa da comunicare all'Inps. Il protrarsi dell'incasso di questo assegno familiare nel tempo può portare ad uno dei motivi per i quali di fatto il pensionato si indebita con l'Inps.