Tra mezzi di sostegno economico e strumenti utili alla ricollocazione nel mondo del lavoro di chi involontariamente lo perde, la normativa vigente in materia di ammortizzatori sociali è in evoluzione. La naspi da anni è l’indennizzo unico per disoccupati che perdono il posto di lavoro, ad esclusione di quelli con contratti di collaborazione per i quali l’Inps mette a disposizione la Dis.Coll. La materia da qualche giorno si è implementata di una grande novità, l’assegno di ricollocazione che però è fruibile solo da soggetti che già percepiscono da tempo la Naspi.

Ecco cosa bisogna sapere in relazione alle due misure e come funziona la novità 2018.

Necessario percepire la Naspi

Il nuovo assegno di ricollocazione quindi non può essere assegnato a soggetti che non hanno o avevano i requisiti per fruire della Naspi. La Naspi è un assegno mensile che l’Inps eroga a coloro che si trovano in stato di disoccupazione involontaria, cioè che sono stati licenziati singolarmente, con procedure collettive, ai quali è scaduto il contratto o che si sono dimessi per giusta causa. Questi disoccupati inoltre devono centrare:

  • almeno tredici settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti
  • almeno trenta giornate di lavoro nei dodici mesi precedenti

La Naspi può essere percepita per la metà delle settimane lavorate nel quadriennio precedente il sopraggiunto stato di inoccupazione.

La durata massima prevista è di 24 mesi e per l’assegno di ricollocazione serve che il disoccupato risulti percettore della Naspi da almeno 4 mesi.

In cosa consta l’assegno di ricollocazione

Entrato in vigore martedì 3 aprile l’assegno di ricollocazione è una misura sperimentale. Un assegno di importo variabile tra i 1.000 ed i 5.000 euro a disoccupato che però a differenza della Naspi non finiscono direttamente al disoccupato come sostegno reddituale, ma devono essere spesi per trovare una nuova occupazione.

L’assegno, a nome del disoccupato, verrà erogato ai Centri per l’Impiego o alle Agenzie per il Lavoro che hanno aderito al progetto e che fanno parte dell’elenco che l’Inps ha reso noto con una circolare del 3 aprile. Solo se il disoccupato trova un nuovo impiego a tempo indeterminato, o a tempo determinato di 6 mesi o di 3 mesi nelle zone disagiate del mezzogiorno, l’assegno finirà ai Centri.

il controllo di questo nuovo strumento è appannaggio dell'Anpal, l'Agenzia delle Politiche Attive sul Lavoro che a sua volta dipende dal Ministero del Lavoro. La struttura presso cui spendere quello che a tutti gli effetti è un voucher è a libera scelta del disoccupato e sarà la stessa struttura ad avviare i progetti personalizzati di riqualificazione, formazione e ricerca del lavoro tramite l’assegnazione di un tutor ad ogni disoccupato. L’assegno come dicevamo è variabile in base al profilo occupazionale del disoccupato, alla sua età ed al risultato raggiunto, cioè alla nuova occupazione ed alla sua durata una volta completata. L’assegno di ricollocazione non è conflittuale con la Naspi perché il disoccupato a cui viene erogato il voucher, potrà ancora percepire il sussidio per disoccupati che verrà bloccato solo a nuova occupazione trovata. Va ricordato inoltre che anche i soggetti che percepiscono il Reddito di Inclusione o carta Rei che dir si voglia, possono ottenere l’assegno di ricollocazione.