Le ultime novità sulla riforma pensioni 2018 arrivano dall’economista de 'La Sapienza', Sandro Gronchi, che si è detto contrario alla pensione di anzianità. A suo dire la quiescenza dovrebbe dipendere dalla coorte di nascita e non dall’età contributiva. Parole che indubbiamente stanno già facendo discutere sul web, dove i lavoratori, specie i precoci, si dicono indignati da tanta insensibilità rispetto al loro monte contributivo. I dettagli dalle sue parole.
Pensioni 2018, Gronchi: 'Si esce in base all’età e non ai contributi versati'
Sandro Gronchi, uno dei massimi esperti di previdenza, intervistato da 'Il Sole 24 Ore', si è detto contrario alla pensione di anzianità, in quanto, a suo dire, molte persone potrebbero andare, avendo iniziato a lavorare a 15/16 anni, già in pensione a 57/58 anni, cosa mai vista in nessun altro Paese.
Ecco perché il sistema rischia comunque, nonostante la riforma Fornero, di non reggere. Bisognerebbe, a suo dire, concedere la pensione in base all’età e calcolare i coefficienti di trasformazione a partire dalla coorte di nascita. Immediate le reazioni dei precoci, i lavoratori che tra le righe sono stati chiamati in causa dell’economista. Sono loro infatti che da tempo chiedono la quota 41 indipendentemente dall’età anagrafica.
Riforma pensioni, precoci infuriati con l’economista: ha mai lavorato?
“Ma questo signore qui sa cosa vuol dire lavorare 43 anni in officina/fabbrica? Questi teorici sanno cos'è il lavoro solo perchè ne hanno sentito parlare e basta”, così Renzo commenta su Facebook la notizia delle dichiarazioni di Gronchi. Molte sono infatti le persone, specie chi ha iniziato a lavorare in giovane età, che hanno mal digerito le parole dell’economista, che nello specifico ha detto: “Tenuto conto dell’obbligo scolastico (15 anni) in Italia si può quindi andare in pensione fin dall'età di 57/58 anni, che non trova riscontro in altri paesi europei”.
Poi ha precisato che le pensioni di anzianità procurano anche vantaggi a chi ha già avuto la fortuna di avere carriere lavorative continuative rispetto a chi ha avuto la sfortuna di avere dei buchi previdenziali determinati da disoccupazione e/o lavoro nero. Anche questo aspetto non è piaciuto ai lavoratori che hanno commentato dicendo che “iniquo è non pagare la pensione a chi ha abbondantemente versato per 40/41 anni i propri contributi”.
Gronchi sulla futura Riforma pensioni: coefficienti in base alla coorte di nascita
Per Gronchi il sistema previdenziale reggerebbe se si uscisse in base all’età e, nello specifico, se i coefficienti di trasformazione venissero calcolati puntualmente sulle singole coorti: “Ogni anno occorre assegnare i nuovi coefficienti alla coorte in procinto di raggiungere l’età minima”.
Poi aggiunge: 'questo sistema è già in uso in Svezia, dove nel 2017 si sono assegnati i coefficienti alla coorte nata nel 1955 che compie l’età minima di 63 anni nel 2018'. Infine, spiega: 'La flessibilità si può mantenere ma tenendo alta l’età minima che non dovrebbe essere inferiore ai 63 anni'. Cosa ne pensate di questa proposta sulle coorti di nascita?