Il concorso per gli aspiranti docenti non abilitati non è stato ancora indetto e tanti sono gli interrogativi che attanagliano coloro che dovranno aderire al bando. In primis sul ritardo nella pubblicazione del bando, il quale sarebbe dovuto essere già in circolazione da un po’, dalle prime notizie che il Ministero dell’Istruzione aveva dato a riguardo. Infatti il Miur aveva annunciato lo scorso dicembre che subito dopo le vacanze natalizie sarebbe uscito il bando per i docenti abilitati e successivamente, in tempi brevi, quello per i docenti non abilitati ma con i 36 mesi di servizio e quello per i laureati con i 24 CFU nelle discipline antro-psico- pedagogiche.

Ad oggi, 28 maggio 2018, è stato pubblicato esclusivamente il bando per i docenti abilitati e in queste settimane si stanno tenendo i colloqui non selettivi per le immissioni in ruolo dei medesimi. Nessuna notizia ufficiale, però, per quanto riguarda gli altri due concorsi e l’instabilità dell’attuale governo italiano mette a rischio soprattutto il concorso per i non abilitati.

Ecco come potrebbero cambiare le direttive con il prossimo governo

Infatti i laureati e gli aspiranti docenti non abilitati, nei mesi scorsi, hanno conseguito 24 CFU nelle discipline antro-psico-pedagogiche, seguendo le direttive del governo che vigeva fino a poco fa.

Per il conseguimento di tali crediti formativi i diretti interessati hanno speso intorno ai 500 euro, senza contare coloro che hanno speso cifre ben più alte per integrare master utili al concorso. Ma nei mesi che seguiranno tutto potrebbe cambiare, in primis sulle tempistiche che potrebbero slittare il concorso al 2019, data l’incertezza del governo. Inoltre il Movimento 5 Stelle durante la campagna elettorale aveva parlato delle sue intenzioni di proporre una riduzione delle tempistiche del FIT. In particolare si potrebbe ridurre da tre a due anni, dei quali il primo impiegato nella formazione del personale, mentre il secondo in un vero e proprio tirocinio svolto nelle classi e retribuito.

Per non parlare della Lega che punta a concorsi con “domicilio professionale” che permetterebbero ai candidati di scegliere la regione preferita in cui concorrere sulla base del proprio grado di preparazione, dei posti disponibili e in rapporto alla qualità media della preparazione degli altri candidati. E i 24 CFU nelle discipline antro-psico-pedagogiche saranno ancora necessari?