Le ultime novità sulle Pensioni aggiornate ad oggi 22 maggio si riferiscono ai lavoratori precoci, il pensionamento con quota 100 e il taglio ai cosiddetti assegni d'oro. Il tema previdenziale, ora dopo ora, diventa sempre più importante per milioni di italiani. Sembra, infatti, tutto pronto per la nascita del nuovo governo, dopo l'incontro di ieri al Quirinale tra la delegazione di M5S e Lega Nord ricevuta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Da parte loro, Di Maio e Salvini hanno presentato ufficialmente il nuovo del candidato premier Giuseppe Conte, chiamato a realizzare il contratto firmato dalle due forze politiche più votate alle elezioni politiche del 4 marzo.

Uno dei punti del documento riguarda proprio il superamento della legge Fornero.

Pensione lavoratori precoci

La modifica della riforma pensioni varata dall'esecutivo tecnico dell'ex premier Mario Monti passa anche per l'introduzione di quota 41 per tutti, un provvedimento attraverso cui si darà la possibilità a tutti coloro che hanno raggiunto una contribuzione pari a 41 anni di andare in pensione, indipendentemente dall'età anagrafica. Attualmente, esiste una misura omonima, che riguarda però una ristretta platea di lavoratori. Quest'ultimi, oltre ad appartenere alla categoria dei precoci, devono anche rientrare nei profili di coloro che possono accedere all'Ape social. Per questo motivo, migliaia di lavoratori richiedenti l'approvazione di quota 41 universale hanno criticato l'ultimo governo a maggioranza Pd, guidato da Paolo Gentiloni, poiché non è stata riconosciuta loro una misura considerata legittima.

Tra le altre cose, a richiedere il pensionamento dei precoci tramite Q41 erano stati anche i sindacati. Su questo provvedimento e su un altro inserito nella bozza definitiva di contratto, Cesare Damiano - onorevole Pd - ha sollevato una domanda, che poi è la stessa che si pongono gli addetti ai lavori.

Pensione quota 100

Su quota 41 e il pensionamento al raggiungimento di quota 100, Damiano ha chiesto a Di Maio e Salvini se i 5 miliardi di euro previsti come risorsa per introdurre entrambi gli strumenti previdenziali siano da considerarsi "una tantum" oppure una spesa annuale.

Qualora - come tutto lascerebbe credere - fosse accertata la seconda ipotesi, attualmente la più plausibile, l'ex presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati domanda ai due esponenti politici di Movimento 5 Stelle e Lega Nord quali siano le coperture economiche.

Pensioni d'oro

Rimane confermato, intanto, il taglio delle pensioni d'oro, altro punto inserito nella sezione del contratto di governo giallo-verde.

Occorre però fare una precisazione rispetto a quest'ultimo provvedimento. Nel documento si indica che gli assegni previdenziali interessati saranno quelli superiori ai 5.000 euro netti al mese e - dettaglio fondamentale - non giustificate dai contributi versati. Vedremo nel prossimo futuro se la risposta della Corte Costituzionale sarà o meno positiva a riguardo.