Ecco cosa prevede in materia di riforma Pensioni il contratto di governo giallo-verde, nella sua versione definitiva sottoposta al voto sulla piattaforma Rousseau del Movimento 5 stelle guidato da Luigi Di Maio. Di certo si parla di superamento della legge Fornero già nel titolo del paragrafo dedicato alla previdenza. Di certo c’è anche la quota 100: in pratica per andare in pensione si devono sommare età anagrafica e anzianità contributiva e raggiungere, appunto, la quota 100. Una misura che permetterebbe dunque di andare in pensione anche con 41 anni di contributi previdenziali e 59 anni di età anagrafica.

Governo giallo-verde alle porte, ecco cosa si prevede sulle pensioni

Una misura di cui potrebbero dunque beneficiare anche i lavoratori precoci che da tempo reclamano la Quota 41, ovvero la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi previdenziali a prescindere dall’età anagrafica. Ma, in questa formulazione, i precoci, per andare in pensione, devono aver compiuto almeno 59 anni. Nel documento sottoscritto da Lega e Movimento 5 stelle, però, questo va detto, non si fa chiaramente riferimento ai lavoratori precoci. Nel contratto di governo anche la proroga della formula Opzione donna, la misura sperimentale per la pensione anticipata delle lavoratrici, anche questa tanto attesa ormai da tempo e per la quale migliaia di donne si sono battute in questi anni sia sui social network sia in piazza.

Per la Quota 100 Luigi Di Maio e Matteo Salvini, a capo dei due movimenti politici che hanno vinto le elezioni, sarebbero pronti a stanziare sin da subito 5 miliardi di euro.

‘Stop legge Fornero, proroga Opzione donna e Quota 100 per tutti’

Si punta, di fatto, almeno secondo quanto si sostiene del contratto di governo definitivo su cui oggi si stanno esprimendo i militanti leghisti nei gazebo sparsi in tutta Italia, per favorire il pensionamento delle categorie di lavoratori che sono rimaste fuori dai provvedimenti varati prima dall’esecutivo guidato dall’ex premier Matteo Renzi sia da quello guidato dall’attuale premier Paolo Gentiloni, entrambi nel Partito democratico che ieri, all’assemblea nazionale, approvando la relazione del segretario Maurizio Martina (riconfermato nella carica) ha confermato l’intenzione di rimanere all’opposizione (e non poteva essere altrimenti alla luce del risultato elettorale alle elezioni politiche del 4 marzo scorso).

Mentre per quanto riguarda la proroga di Opzione donna saranno utilizzate le “risorse disponibili”. “Occorre provvedere – si legge nel primo periodo del paragrafo dedicato alla previdenza nel contratto di governo M5s-Lega - all’abolizione degli squilibri del sistema previdenziale introdotti dalla riforma delle pensioni cosiddetta Fornero”.

E’ chiaro che un governo giallo-verde non può che essere assolutamente apprezzato da quanti in questi anni sono stati duramente penalizzati dalla riforma pensioni varata nel 2011 dal Governo Monti sostenuto un parlamento dalla maggioranza di larghe intese che andava dal Pd a Forza Italia. Staremo a vedere come andrà a finire, di certo c’è che il governo giallo-verde sembra ormai alle porte anche se, paradossalmente, si sconosce ancora il nome del presidente del Consiglio.