Si continua a discutere sulle misure previdenziali contenute nel nuovo contratto di governo stipulato nei giorni scorsi da Lega e Movimento 5 Stelle. Si tratta del famigerato meccanismo di Quota 100 e dell'introduzione della Quota 41 a favore dei lavoratori precoci.

Intanto, sarebbe già stato designato il nuovo Premier che avrà il compito di formare un nuovo consiglio dei ministri e dare quindi, il via alla nuova legislatura. Il professore universitario Giuseppe Conte, infatti, da poco insediatosi a Palazzo Chigi, dovrà rispondere del nuovo contratto di governo ed in particolare sulle misure da attuare per dare un sospiro di sollievo agli italiani che ormai da molti anni sono alle prese con le norme troppo rigide dettate dalla precedente Riforma Fornero.

Quota 100 potrebbe costare 15 miliardi

Tuttavia, la flessibilità in uscita con il sistema della quota 100 potrebbe finalmente garantire un'uscita anticipata a migliaia di lavoratori a partire dai 60 anni di età anagrafica accompagnati dal versamento di almeno 40 di contributi effettivi nonostante le numerose critiche sollevato da vari esponenti politici e da vari economisti. A dimostrare la sua contrarietà al progetto targato Lega-M5s, anche il presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale Tito Boeri secondo il quale quota 100 potrebbe gravare circa 15 miliardi sulla spesa previdenziale che potrebbe toccare la soglia dei 20 miliardi negli anni a venire.

Ecco cosa prevede la nuova proposta

Dal canto suo, infatti, quota 100 sarebbe una misura inattuabile: "Inserire una previsione secondo la quale potrebbero non essere considerati per il calcolo degli anni dei contributi quelli figurativi o i riscatti", ha spiegato l'economista. L'ipotesi si baserebbe sull'introduzione delle finestre mobili che porterebbero ad un ritardo di 15 mesi sull'uscita dall'attività lavorativa consentendo di alleviare i costi che per il primo anno potrebbero ridursi fino a 7 miliardi di euro mentre per i prossimi anni si registrerebbero costi sulla spesa pubblica per circa 13 miliardi.

L'uscita, quindi, avverrebbe con quota 101 e rientrerebbe nell'ottica finanziaria prevista dal contratto di governo firmato dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle.

E' questa l'ipotesi lanciata dal Presidente dell'Inps Boeri onde evitare un ulteriore crescita del debito che potrebbe addirittura arrivare a toccare i 120 miliardi di euro; una cifra non di poco conto non prevista dal Governo.