Emergono notività sulla riforma della legge Fornero e sull'introduzione nel sistema previdenziale della pensione anticipata con quota 100: da gennaio 2019 i lavoratori potrebbero uscire sommando l'età agli anni di contributi purché il risultato dia 100, mentre per la quota 41 dei precoci potrebbe esserci uno slittamento. Sono queste le ipotesi delle quali si parla nell'edizione di oggi de Il Sole 24 Ore. Il quotidiano economico, inoltre, traccia l'identikit della platea dei possibili beneficiari delle Pensioni anticipate con il ritorno al meccacanismo delle quote sulla base dei piani del Governo Conte e del programma dei partiti all'Esecutivo, il M5S e la Lega, con l'unico obiettivo di abbassare l'età di uscita.

Tuttavia, il superamento della riforma Fornero non avverrebbe in un unico momento, ma sarebbero previste due tappe.

Pensioni anticipate a quota 100 e 41 dei precoci: ipotesi novità di uscita nel 2019

La prima, da inserire nella legge di Bilancio 2019, prevederebbe la pensione anticipata a partire dai 64 anni con la quota 100. Sarebbero necessari, pertanto, 36 anni di contributi procedendo con la somma occorrente per arrivare a 100. Tuttavia, la quota 100 avrebbe la priorità sulla quota 41, meccanismo di uscita già in vigore per i lavoratori precoci, ma con determinati paletti che ne restringono la platea a poche decine di migliaia di beneficiari. Proprio per questo, dal Governo Conte, chi ha iniziato a lavorare prima dei 19 anni di età, si attende la rimozione dei vari requisiti accogliendo la "quota 41 per tutti", ovvero l'uscita con quarantuno anni di contributi, senza altre condizioni.

Secondo quanto riportato dal quotidiano economico, la priorità della quota 100 sarebbe stata testimoniata dallo stesso ministro dell'Interno, Matteo Salvini, nel corso della trasmissione "Porta a porta" del 20 giugno scorso.

Quota 100 prima di quota 41 a partire dal 2019: pensione anticipata favorita sui precoci

La platea di chi potrebbe beneficiare della pensione anticipata a quota 100, con un risparmio fino a tre anni rispetto alla pensione di vecchiaia del 2019 in aumento a 67 anni, riguarderebbe circa un milione di lavoratori di età compresa tra i 60 e i 64 anni, monitorati dell'Inps per l'ultima volta nel 2016 tra gli iscritti al Casellario dei lavoratori attivi.

All'interno di ogni età, in media, si contano sui 200 mila lavoratori, per lo più impiegati alle dipendenze del settore privato, ma anche autonomi. Non rientrerebbero i lavoratori stagionali, mentre una quota variabile tra i 100 e i 150 mila riguarderebbe i contribuenti statali, in uscita tra il 2019 ed il 2021. I numeri sugli statali trovano conferma nel Conto annuale della Pubblica amministrazione.

Stime di quanti uscirebbero con le pensioni anticipate a quota 100

Entrando maggiormente nelle stime dei lavoratori che potrebbero beneficiare della pensione anticipata a quota 100, Il Sole 24 Ore calcola che su 982.128 contribuenti rientranti tra i 60 e i 64 anni iscritti alla gestione Inps (e, dunque, possibili beneficiari della quota 100 nei primissimi anni di ritorno delle pensioni di anzianità), gli uomini sarebbero 632.621 e le donne 349.507. Il Nord Italia, da solo, conterrebbe la metà della platea (271.930 residenti nel Nord-Ovest e 218.432 nel Nord-Ovest). La stessa quota (218.116 lavoratori) sarebbe presente nelle regioni del Centro Italia, mentre al Sud la quota 100 interesserebbe 185.928 e nelle Isole 87.722 contribuenti.

In virtù proprio delle cifre di chi abbia già compiuto i 64 anni e di chi li stia per compiere, dai dati del quotidiano economico si stima che nel 2019 sarebbero fino a 300 mila gli uomini e le donne che potrebbero andare in pensione con quota 100.