Le ultime novità ad oggi sulla probabile riforma delle Pensioni derivano dal continuo dibattito sulla quota 100. La misura, così come esposta da Alberto Brambilla, esperto previdenziale della Lega, non ha convinto i lavoratori che sostengono in massa sui social che la misura sia fortemente penalizzante, specie per le fasce più deboli.

Pensioni: quota 100 continua a far discutere

La pensione anticipata così come annunciata in campagne elettorale e riportata al punto 17 del contratto di Governo menziona la quota 100 come possibilità di accedere alla quiescenza prima del previsto sommando anni e contributi, senza però nessun riferimento specifico ad eventuali paletti.

Le ultime dichiarazioni di Alberto Brambilla, ribadite anche a ‘Porta a Porta’, parlano di una quota 100 con almeno 3 paletti. Il primo è relativo all’età anagrafica: si potrà accedere alla quiescenza a partire dai 64 anni d’età e 36 contributivi.

Stando ai commenti postati dai futuri pensionandi sui social i lavoratori ritengono fortemente penalizzante tale paletto. Molti confidavano, avendo alle spalle parecchi contributi, di poter anticipare l’uscita dal mondo del lavoro sommando liberamente contributi ed età anagrafica. Per questi lavoratori, dover raggiungere la quota 100, con il limite a 64 anni, vorrebbe dire ritardare l’uscita di altri 4 anni, uscendo in realtà, dato il loro caso specifico, a quota 104.

A loro avviso, specie per i disoccupati, che non hanno più modo di trovare un impiego, era maggiormente conveniente l’Ape sociale, che consentiva di ritirarsi, con assegno pieno, dai 63 anni. Inoltre mal digeriscono gli altri 2 probabili paletti: massimo 2 anni di contributi figurativi e assegno ricalcolato col contributivo a partire dal 96.

Riforma pensioni, Brambilla (Lega): quota 100 premierà il lavoro

Vi è poi chi sostiene, adirato, che sia meglio l’attuale Fornero, che almeno considera tutti gli anni di cassa integrazione come facenti parte del montante contributivo. Brambilla ha invece affermato a ‘Porta a porta’ che la nuova quota 100 ‘premierà il lavoro’.

Potranno quindi accedervi solo quanti hanno al massimo 2 anni figurativi, escluso leva e maternità. Sono moltissimi i lavoratori che avendo alle spalle mobilità e cassa integrazione per un periodo superiore ai 2 anni si sentono ‘beffati’ da tale condizione aggiuntiva, che a loro avviso, penalizzerà ulteriormente le categorie già deboli e andrà a premiare quanti hanno avuto la fortuna di avere un lavoro continuativo. Inoltre, il ricalcolo dell’assegno contributivo dal 96, porterà gli assegni ad essere più leggeri del 20-30%. I lavoratori, preoccupati di tali vincoli, si augurano che i due leader (Salvini e Di Maio) al più presto possano smentire le ultime dichiarazioni di Brambilla. In caso contrario, affermano moltissimi futuri pensionandi, il nuovo Governo potrebbe perfino peggiorare le attuali condizioni.