Riuscire ad andare in pensione anticipatamente sarà probabilmente possibile anche con la quota 41 (uno strumento che permetterà ai lavoratori che avranno versato 41 anni di contributi di andare in pensione senza alcun vincolo di età) anche se, con il superamento della Legge Fornero, potrebbero arrivare una serie di ripercussioni sulle future generazioni e non solo. Il neo ministro del lavoro Luigi Di Maio ha più volte dichiarato la volontà di abolirla con l’obiettivo di diminuire nuovamente l’età in cui è possibile andare in pensione, visto che questa riforma ha aumentato sia l'età pensionabile che ridotto tutte le quote, ovvero le somma tra età anagrafica e anzianità contributiva.

Tutti coloro che volessero uscire in anticipo dal mondo lavorativo potrebbero vedere ridotta la loro pensione mediamente del 10% (secondo le prime stime di Tabula) per non 'aggravare' la copertura economica del sistema contributivo previdenziale. La riduzione sarebbe destinata a coprire i conti pubblici e gli altri aspetti della nuova manovra ma con tutte le ripercussioni del caso.

Assegni di minor importo con quota 41

La misura darebbe l'opportunità a diversi lavoratori di arrivare alla pensione con 41 anni di contributi senza aspettare l'età anagrafica stabilita per legge, seppur con la conseguenza di un ricalcolo dell'assegno spettante secondo le nuove regole del sistema contributivo. Questo nuovo metodo di calcolo è proprio il fulcro del provvedimento in merito al prepensionamento, visto che la quota tolta al cittadino andrebbe a sostenere tutto il meccanismo stesso.

Matteo Salvini sostiene che l'obiettivo della quota 41 sarà cercato con insistenza anche grazie ad una superiore disponibilità dei conti pubblici dopo i nuovi accordi con l'Unione Europea. Stando al parere del leader della Lega, una volta 'pareggiati' i conti con l'Agenzia delle Entrate ed Equitalia, lo Stato disporrà delle cifre necessarie per dare spazio al sistema previdenziale.

Pensione anticipata: la 'pagheranno' le future generazioni?

La manovra della quota 41 potrebbe giovare a molti. Ci sarebbe però una parte di contributori, i più giovani, che potrebbero invece essere penalizzati quando avranno la necessità di andare in pensione prima di quanto fatto dai loro genitori e nonni.

Il fulcro del problema gira attorno alle coperture economiche: accorciando adesso le disponibilità per far fronte a chi rientrerebbe nel nuovo sistema previdenziale, è molto probabile che in futuro questo possa danneggiare i nuovi pensionati.

Insomma, per accontentare una fetta di popolazione, il rischio è quello che alla fine questa manovra possa andare a discapito dei più giovani che si troverebbero uno stato con meno capacità e copertura economica al momento del raggiungimento dell'età di quiescenza delle future generazioni.