Sono stati giorni di fuoco questi ultimi in materia pensionistica. Luigi Di Maio ha relazionato in Senato sulle novità che il suo Esecutivo sta valutando di inserire nel sistema. Quota 41 secondo il Vice Premier dovrebbe essere misura che permetta una finestra di uscita a tutti coloro che hanno 41 anni di anzianità di servizio. Quota 100 invece è misura che concederà numerose combinazioni di uscita tra età anagrafica e contributi versati, ma secondo Di Maio non possono essere tutte praticabili. E allora che scenari ci sono per le Pensioni per il 2019?
Dopo quanto detto da Di Maio, le probabilità di interventi in materia pensionistica appaiono in aumento in un sistema che deve fare già i conti con i pesanti inasprimenti già calendarizzati.
Governo all’opera
Le misure vanno ancora predisposte e il Governo è in fase di valutazione su come approntarle. Questo ciò che in estrema sintesi ha detto Di Maio. Quota 100 solo a partire dai 64 anni di età, questa l’ipotesi più probabile al vaglio del Governo. Quota 41 invece dovrebbe nascere solo nel 2020 ma andrebbe a sostituire la pensione di anzianità di oggi. Tutti coloro che raggiungeranno i 41 anni di servizio andranno in quiescenza senza limiti anagrafici. Adesso la valutazione del Governo è sui tecnicismi delle misure, a partire dai contributi figurativi utilizzabili.
Le pensioni l’anno venturo
Pensione con 41 anni di contributi? Un evidente vantaggio in termini di uscita per la pensione anticipata, come si chiama la vecchia anzianità dopo l’ingresso della Fornero nell’ordinamento. Fino al 31 dicembre la pensione di anzianità si centrerà con 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Nel 2019 serviranno 5 mesi in più rispetto al 2018 e quindi per gli uomini, ad esempio, si arriverà a 43 anni e 3 mesi. Il motivo è sempre lo stesso, l’aspettativa di vita e l’applicazione di questo meccanismo ai requisiti pensionistici. Quota 100 e quota 41 sono prestazioni che necessitano di un congruo numero di contributi.
Le combinazioni di quota 100 per esempio, dovrebbero essere sostanzialmente 3. Una a 64 anni e 36 di contributi, una a 65 anni e 35 di contributi e l’ultima a 66 anni e 34 di contribuzione versata. Chi si trova al di sotto di questa storia lavorativa coperta da contribuzione deve attendere la pensione di vecchiaia. Anche per questo strumento previdenziale il 2019 sancirà l’aumento di 5 mesi, facendo scattare l’età pensionabile dai 66 anni e 7 mesi senza distinzioni di genere di quest’anno, ai 67 anni del 2019.