Il Governo Conte sul capitolo "pensioni" ha un compito gravoso. L'esecutivo, infatti, deve rispettare diversi punti del "contratto" che lega Movimento Cinque Stelle e Lega. Tra questi c'è quello legato alla necessità di cancellare e superare la Riforma Fornero. Un'autentica ossessione per la campagna elettorale di Luigi Di Maio e Matteo Salvini che, in diverse uscite pubbliche, hanno espresso la necessità di dare un segnale sul sistema previdenziale già a partire dal 2019.

Con necessità di operare a livello parlamentare già nel 2018.

E' stato stimato che affinché si possa applicare Quota 100 a partire dal prossimo anno occorre investire circa cinque miliardi di euro. Quota 100 rappresenta il sistema che permette te di andare in pensione a chi ha raggiunto i sessantaquattro anni di età e ha versato contributi per trentasei. L'età minima indicata è quella che sarebbe stata individuata dagli esperti vicini al governo. Si tratta di una misura eventuale per la quale, ad oggi, non si è ancora registrato nessun passo concreto da parte del Governo, ma che continua a ricevere levate di scudi da parte dell'Inps.

Esistono, infatti, dubbi sull'eventuale sostenibilità di un cambiamento così radicale nel lungo termine. Dal Governo però non sembra esserci voglia indietreggiare e addirittura Luigi Di Maio si fa strappare la promessa che le pensioni minime saranno aumentate a 780 euro.

Minime: la promessa di Di Maio

Di Maio, da Ministro del Lavoro, continua la sua battaglia contro le pensioni d'oro. L'obiettivo è tagliarle il più possibile ove dovesse essere ravvisata la presenza di assegni non proporzionali ai contributi versati. Questa, però, non è una notizia nuova considerato che da diverse settimane l'intento è stato palesato. Quello che, invece, rappresenta la novità è la promessa che il leader del Movimento Cinque Stelle ha enunciato affermando che l'obiettivo del Governo è quello di portare le pensioni minime a 780 euro. Di Maio, tra l'altro, si è anche detto responsabile di ciò che ha detto e che spetterà al Governo trovare le risorse per sostenere un carico economico ingente quale l'irrobustimento degli assegni più snelli genererebbe.

Pensioni, novità non piacciono a Boeri che si scontra con Salvini

La posizione dell'Inps di dubbi rispetto alla ventata di novità che Lega e Movimento Cinque Stelle vorrebbero notare è nota. Il fatto che le riforme sulle pensioni genererebbero 750.000 pensionati in più in poco tempo rappresenta un punto interrogativo per la sostenibilità del sistema previdenziale. Lo ha detto a chiare lettere il presidente dell'Inps Tito Boeri. Ma ciò che lo ha portato ad uno scontro dialettico a tutto campo con Salvini riguarda la sua espressione secondo cui "la domanda di lavoro immigrato è forte poiché ci sono tanti lavori che gli italiani non vogliono più svolgere". E addirittura la mancanza di decreti che permetterebbero l'arrivo in Italia di colf e badanti dall'estero si rischierebbe di perdere delle figure lavorative che generano introiti all'ente previdenziale.

Salvini attraverso Facebook è stato piuttosto duro con Boeri. Il Ministro dell'Interno lo ha accusato di "vivere su Marte" e di continuare a fare politica, ignorando la voglia di lavorare e di fare figli degli italiani.