Arrivano novità sul taglio degli assegni delle Pensioni di importo più alto, da 4 mila euro mensili in su, secondo le regole che si stanno studiando al Governo. Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio e Lega di Matteo Salvini starebbero abbandonando l'idea di applicare alle pensioni cosiddette "d'oro" il ricalcolo con il meccanismo contributivo, adeguando i meccanismi dei nonni a quelli delle generazioni che stanno per andare in pensione o che ci andranno in futuro adottando, piuttosto, un taglio puro che potrebbe oscillare tra il 10 ed il 20 per cento dell'importo della pensione.

La maggiore o minore incidenza del taglio delle pensioni potrebbe dipendere dall'anticipo del pensionamento rispetto alle nuove età che saranno confermate dal Governo Conte. L'obiettivo di Salvini e di Di Maio circa l'impiego delle risorse risparmiate con il taglio alle pensioni è quello di assicurare una redistribuzione delle pensioni, aumentando quelle minime e sociali dagli attuali 450 euro mensili ai 780 euro, importo corrispondente al tetto delle pensioni di cittadinanza.

Tagli 'pensioni d'oro' su assegni di vecchiaia e uscita anticipata: il calcolo di Salvini e Di Maio

Il criterio del taglio delle pensioni sarà quello dell'anticipo (oltre all'importo dei 4 mila euro mensili) e si andranno a colpire i pensionati che maggiormente avevano beneficiato delle misure previdenziali di uscita anticipata.

Più si è usciti prima (o più si uscirà prima) e maggiore sarà la penalizzazione. Dunque, i tagli sulle pensioni non riguarderanno solo le uscite del passato, ma anche gli assegni che saranno corrisposti dal 1° gennaio 2019. E non saranno solo le pensioni anticipate ad essere colpite, ma anche gli assegni di vecchiaia: pure i lavoratori che siano andati in pensione con 40 anni di contributi o anche più verranno penalizzati se l'uscita dovesse risultare diversa da quella che verrà fissata dal Governo Conte.

La Repubblica ha pubblicato la tabella delle penalizzazioni sulle pensioni con uscita dal 1974 al 2018, un calcolo di riferimento per età al di sotto del quale si evita il taglio. In altre parole, si tratterebbe di un meccanismo di adeguamento dei benefici goduti grazie alle pensioni anticipate ad una sorta di età ricalcolata per la pensione di vecchiaia nei vari anni.

La tabella, scrive il quotidiano, è allegata al disegno di legge del Movimento 5 Stelle e della Lega e calcola in maniera retroattiva l'età pensionabile fissando le nuove soglie per ciascun biennio o triennio. La penalizzazione scatterà nel caso in cui le soglie dovessero risultare superate.

Calcolo uscita per le pensioni e nuove età fissate da M5S e Lega: i penalizzati

Pertanto, per determinare se si ricadrà nel taglio delle pensioni previsto dai due partiti di Governo, occorrerà far riferimento all'età nella quale si è andati in pensione. Dal 1° gennaio 1974 al 31 dicembre 1976, la soglia prevista è quella dei 63 anni e sette mesi, mentre nel biennio successivo, dal 1° gennaio 1977 al 31 dicembre 1979 occorrerà verificare che non si sia andati in pensione prima del compimento dei 63 anni e dieci mesi.

Nel biennio successivo, dal 1° gennaio 1980 al 31 dicembre 1982, l'età limite è di 63 anni e undici mesi, mentre chi è andato in pensione nel triennio 1983-1985 dovrà verificare di aver già compiuto i 64 anni. I successivi incroci tra età di uscita per la pensione e nuovi limiti di età pensionabile determinati dal M5S e dalla Lega sono i seguenti:

  • chi è andato in pensione dal 1° gennaio 1986 al 31 dicembre 1988 dovrà verificare di aver già compiuto, al momento dell'uscita, i 64 anni e un mese;
  • dal 1989 al 1991 l'età limite è di 64 anni e quattro mesi;
  • dal 1992 al 1994 il calcolo penalizzerà chi non aveva compiuto i 64 anni e sette mesi;
  • dal 1° gennaio 1995 a fine dicembre 1997 l'età necessaria per l'uscita è fissata a 64 e dieci mesi;
  • dal 1998 a fine 2000 è previsto il taglio delle pensioni a chi non aveva già compiuto i 65 anni e un mese;
  • dal 2001 a tutto il 2003 l'età è fissata a 65 anni e 3 mesi;
  • dal 2004 al 2006 si salvano i pensionati usciti con almeno 65 anni e 6 mesi;
  • dal 2007 al 2009 non ci saranno penalizzazioni per i pensionati a 65 anni e 9 mesi;
  • dal 2010 al 2012 occorrevano i 66 anni;
  • dal 2013 al 2015 l'aggiornamento dell'età di uscita è fissato a 66 e tre mesi;
  • infine per il triennio in corso, dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2018 il limite coincide con l'età di uscita per la pensione di vecchiaia ancora in vigore, ovvero i 66 anni e 7 mesi.