La riforma delle Pensioni anticipate a quota 100 si potrebbe fare con l'ipotesi del triplo vincolo che garantirebbe una spesa contenuta nella legge di Bilancio 2019. E' quanto ipotizzato da Repubblica nell'ambito del superamento graduale della riforma delle pensioni di Elsa Fornero. Si tratterebbe di un primo passo in avanti che consentirebbe l'uscita di 220 mila lavoratori grazie alla nuova misura di pensione anticipata, da integrarsi con altri due fondamentali strumenti sul lavoro: il reddito di cittadinanza e la mini Flat tax. In tutto, l'esborso nella Manovra di fine anno dovrebbe aggirarsi intorno ai 15 miliardi di euro, cifra che avrebbe già il consenso del ministro del Tesoro, Giovanni Tria, il quale ha assicurato che le tre misure si faranno con effetti già a partire dal 2019.

Pensione anticipata a quota 100: meccanismi di uscita e vincoli età-contributi

Entrando nel dettaglio della riforma delle pensioni, la quota 100 non seguirà, probabilmente, le ipotesi iniziali dell'uscita per tutti sommando età e contributi senza vincoli. Infatti, alle prime verifiche di uscita anche a partire dai 60 anni purché in presenza di almeno quarant'anni di contributi, il quotidiano economico privilegia l'ipotesi di uscita con la pensione anticipata ma rispettando tre vincoli: quello dell'età minima di 64 anni, quello del limite massimo dei due anni di contributi figurativi, quali disoccupazione e malattia, e quello del ricalcolo dei versamenti con il meccanismo contributivo, almeno per quelli effettuati dal 1996 ad oggi.

Con la quota 100 per tutti, comunque ipotizzata in questi giorni da Matteo Salvini, la spesa sarebbe di 14 miliardi e 300 milioni di euro per un'uscita totale di 750 mila contribuenti. Il quotidiano, invece, stima il superamento della riforma Fornero più gradualmente, partendo per il 2019 dai tre paletti. In tutto, secondo i calcoli, chiamati alla pensione anticipata sarebbero fino a 220 mila lavoratori, meno di un lavoratore su tre rispetto alla quota 100 calcolata senza vincoli di età e di contributi figurativi.

E, di questo meccanismo, non riuscirebbero a beneficiarne nemmeno i tanti lavoratori precoci che hanno iniziato a lavorare ben prima dei 20 anni e che hanno già i quarant'anni di contributi. Per la quota 41, infatti, ad oggi non ci sono conferme circa l'adozione nel 2019, al di là delle rassicurazioni di Matteo Salvini e del M5S.

Riforma pensioni quota 100, Reddito di cittadinanza e Flat tax: tre misure per il 2019

Conti alla mano, la pensione anticipata a quota 100 con i tre vincoli genererebbe un esborso calcolato sui 4-5 miliardi di euro. Gli stessi necessari per le altre due riforme, quella delle tasse con l'introduzione graduale della Flat tax, e quella del reddito di cittadinanza. Di pari passo con le pensione a quota 100, infatti, il Governo Conte starebbe studiando le soluzioni per ridurre l'aliquota più bassa, quella applicata ai redditi fino a 15 mila euro annui, dal 23 al 22 per cento. Secondo i conti del quotidiano, lo sconto si tradurrebbe in 100 euro annui sulle tasse pagate in sede di dichiarazione dei redditi.

Sul reddito di cittadinanza il Governo si appresterebbe a investire i primi 5 miliardi di euro (rispetto ai 17 necessari): sarebbe una cifra che non garantirebbe la misura a tutti come ipotizzato in campagna elettorale, ma solo a determinate fasce di cittadini e di famiglie in contesti di povertà. In questo caso, l'ipotesi più attendibile è quella di abbandonare il criterio di assegnazione della differenza di reddito guadagnato rispetto ai 780 euro mensili e di procedere con l'erogazione di sussidi fissi, sul modello del Reddito di Inclusione.