Se c’è un argomento che può ritenersi un cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle e del suo capo politico Luigi Di Maio è senza dubbio il reddito di cittadinanza. Adesso che Di Maio è Vice Premier e Ministro del Lavoro, l’idea del sussidio per i disagiati di cui tanto si è parlato nella campagna elettorale che ha portato al Governo i “grillini”, sembra misura fattibile. Di Maio infatti sembra intenzionato a portare già nella Manovra Finanziaria il provvedimento. In pratica, la misura, se davvero finisse nella Legge di Bilancio, entrerebbe in azione già nel 2019. Ecco cosa ha detto il Vice presidente del Consiglio e come funzionerebbe la misura.

La posizione di Di Maio

Luigi Di Maio ha deciso di continuare a spingere sull’acceleratore su tutti i punti salienti di Politica economica che stanno a cuore ai pentastellati. Con l’Europa che continua a monitorare l’Italia e con i mercati e le agenzie di rating che potrebbero voltare le spalle alla nostra economia ed ai titoli di Stato italiani, l'operazione reddito di cittadinanza è una delle più ardue da completare. Parlando alla festa del "Fatto Quotidiano", Di Maio ha dichiarato che 'nessun passo indietro verrà fatto su quanto promesso in campagna elettorale e nel contratto di governo, a partire dal lancio del reddito di cittadinanza già il prossimo anno'. Con cosa finanzierà il reddito di cittadinanza Di Maio lo spiega lui stesso.

In larga parte infatti, i fondi da destinare alla misura verranno recuperati dalla rimodulazione del bonus di 80 euro dell’ex Capo del Governo Matteo Renzi. Una rimodulazione che dovrebbe prevedere la redistribuzione del bonus a nuovi destinatari. I 5 milioni di soggetti sotto la soglia dell’autosufficienza devono essere aiutati ed il reddito di cittadinanza è lo strumento scelto da Di Maio.

L’operazione costerebbe intorno ai 17 miliardi, dei quali due si spenderanno per migliorare il funzionamento dei Centri per l’Impiego e 15 per finanziare la misura. A quanto recuperato dalla rimodulazione del bonus Irpef di Renzi, si dovranno aggiungere altre risorse. Ecco che andrà ritoccata la spesa per la disoccupazione, la povertà e le attuali politiche attive sul lavoro, cioè la Naspi, la garanzia giovani e l’assegno di ricollocamento, tanto per citare alcune delle misure che oggi sono in vigore.

Il meccanismo del reddito di cittadinanza

Non una misura strettamente assistenziale, cioè con soldi erogati senza che il beneficiario faccia nulla in cambio. Questa la base di partenza dell'idea di Di Maio e del suo partito. Come funzionerà il reddito di cittadinanza? Dal punto di vista tecnico si tratta di un reddito minimo condizionato alla formazione e al reinserimento al lavoro da parte del beneficiario. Una misura che si prefigge un duplice obbiettivo, cioè ridurre drasticamente il numero dei poveri e riqualificare lavorativamente i soggetti in difficoltà. Il Governo Lega/5Stelle quindi sosterrà economicamente il soggetto bisognoso, ma solo in cambio dell’impegno profuso da quest’ultimo, nella ricerca di nuovo lavoro, nell’accettazione di congrue proposte di occupazione e nella formazione e riqualificazione professionale.

Le proposte di lavoro a beneficiario dovrebbero essere tre e non potranno essere rifiutate tutte pena la perdita del benefit economico. Inoltre, il fruitore del reddito di cittadinanza dovrà svolgere 8 ore settimanali di lavoro di pubblica utilità, a disposizione del Comune di residenza dello stesso.