Sono partiti nei giorni scorsi gli annuali controlli di Agenzia delle Entrate sui contributi Inps non pagati da parte dei datori di Lavoro domestico. L’operazione è stata denominata Silenti 2018 in quanto prevede l’invio di avvisi bonari sulla regolarità dei contributi versati a badanti, colf e baby sitter, categorie caratterizzate dalla discontinuità dei versamenti, per questo, particolarmente soggetta al fenomeno dei “contributi silenti”, vale a dire quei versamenti che, sommati, non consentono il raggiungimento dei 20 anni di contribuzione minima per l’accesso alla pensione di vecchiaia a 67 anni e, per questo, vengono persi.

I controlli sui contributi Inps non pagati a badanti e baby sitter

I controlli dell’Inps riguarderanno i contributi versati a colf, badanti e baby sitter a partire dal 2014 e, nel caso in cui siano riscontrate irregolarità nel versamento di almeno un trimestre dei contributi dovuti, questo comporterà l’invio di una lettera contenente un invito bonario a regolarizzare la posizione.

Anche per i lavoratori domestici, infatti, come per qualsiasi altro tipo di lavoratore, il datore di lavoro è tenuto a versare dei contributi Inps che serviranno non solo per il calcolo della pensione del lavoratore, ma anche per accedere a prestazioni quali il congedo per maternità, i sussidi per la disoccupazione e l’assicurazione contro gli infortuni.

I contributi da versare non dipendono dalla busta paga del lavoratore, ma variano in funzione del tipo di contratto, a tempo determinato o indeterminato, o se l’orario di lavoro supera le 24 ore settimanali.

Cosa fare se si riceve la lettera di Agenzia delle Entrate

Nel caso in cui si riceva la lettera con l’avviso bonario di Agenzia delle Entrate, bisognerà recuperare tutta la documentazione relativa al rapporto di lavoro oggetto della comunicazione e verificare se effettivamente la contestazione di irregolarità è fondata oppure si tratti solo di un errore di calcolo .

E’ ancora vivo in migliaia di contribuenti, infatti, il ricordo degli avvisi inviati nel 2017 che, a causa di un errore nel sistema informatico, contenevano cifre esagerate.

Nel caso in cui la contestazione dell’Inps sia fondata, è necessario provvedere a pagare l’importo dovuto entro 30 giorni, seguendo le istruzioni che saranno riportane nella stessa lettera, evitando così l’invio della cartella esattoriale. La stessa lettera conterrà le istruzioni da seguire per, eventualmente, contestare la richiesta di regolarizzazione da parte dell’Istituto Previdenziale.