Claudio Durigon, sottosegretario del Ministero del Lavoro, non lascia spazio ai dubbi sulla riforma delle pensioni verso cui prosegue il Governo giallo-verde. Per il 2019, dice a Il Messaggero e a Il Sole 24 ore, sarà Quota 100 secca, 38+62. Se si togliesse il paletto anagrafico portando gli anni di contributi necessari ad accedere alla quiescenza a 41 anni, farebbe incrementare i costi a 12 miliardi, una spesa al momento non i linea con i conti preventivati. La sola quota cento - spiega - senza penalità costa 6-7 miliardi, dunque questa sarà la misura da cui partirà il Governo per smantellare la Riforma Fornero.

Salta dunque la quota 41?

Pensioni anticipate, nel 2019 quota 41 salta

Sebbene Salvini abbia fatto presente in più occasioni che la quota 41 resta l’obiettivo del Governo, ha comunque ribadito nelle sue ultime dichiarazioni pubbliche che non si potrà fare tutto e subito, ragione per cui si parte dalla quota 100 senza tagli dai 62 anni e 38 di contributi, che permetterà a circa 400 mila persone di poter accedere già dal 2019 alla pensione anticipata. Una soluzione, questa, che non trova concordi i precoci, che hanno anche di recente scritto una missiva al Ministro del Lavoro Di Maio, per chiedergli se i contributi versati hanno meno valenza dell’età anagrafica. Per i 'quarantunisti' (coloro che hanno già versato nelle casse dell’Inps 41 anni di contributi) la quota 100 sembra l’ennesima presa in giro.

Infatti, sui social, la maggioranza di loro dice: che riforma è quella che premia chi è più anziano, ma ha lavorato e dunque versato di meno? Possibile che i contributi non contano niente? Non dovrebbero essere quelli ad aver creato il montante pensionistico? Se tutto andrà bene la quota 41 arriverà nel 2020, perché sembra che il Governo non abbia dimenticato il problema, ma lo abbia, semplicemente, per problemi di risorse mancanti, posposto.

Nel 2019 partirà solo la quota 100 secca.

Quota 41 o 100? I dubbi di Damiano sulla Manovra

L’onorevole dem Cesare Damiano nella sua ultima nota stampa si è detto dubbioso sulla quota 100, quello che balza agli occhi è che “le risorse che vengono destinate alle Pensioni sono un po’ più della metà di quelle che servirebbero’. La nebbia avvolge il Def, dice Damiano, non sono noti i contenuti di merito e ‘il diavolo si nasconde nei dettagli’.

Poi dubbioso, analizzando il capitolo coperture e facendo riferimento alle stime fatte dalla ragioneria, qualora fossero confermate, dice: “ il totale è 12 miliardi all'anno, chi verrà gettata dalla torre, quota 100 o 41?”