Restano in piedi le quattro combinazioni di uscita età-contributi per la pensione anticipata a quota 100 dal 2019. Nel dettaglio, l'età minima di 62 anni per accedere alla pensione voluta da Matteo Salvini e da Luigi Di Maio per superare la riforma Fornero e, soprattutto, l'istituzione di un limite minimo di anni di contributi, renderebbero la quota 100 in una misura "mobile", con la somma che andrebbe ben oltre l'addizione di partenza, ovvero 100. Dalle ultime indiscrezioni riportate da Il Sole 24 Ore risultano scartate le ipotesi delle quattro combinazioni che vedrebbero la pensione anticipata a quota 100 diminuire gli anni di contributi richiesti all'aumentare dell'età (62 anni di età d'uscita più 38 di contributi, poi 63+37, 64+36, 65+35).
Fissare il limite minimo dei versamenti richiesti a 38 anni ha cambiato, decisamente, lo scenario delle possibili uscite per la pensione a quota 100.
Pensione anticipata a quota 100: le quattro combinazioni di uscita età-contributi
Infatti, con quota 100 e 38 anni di contributi, le combinazioni di uscita possibili sono le Pensioni anticipate a 62 anni e 38 di contributi (ipotesi base con i due minimi) che danno come addizione 100 e le altre tre combinazioni che, però, arrivano a 101 (63 anni più 38 di contributi), a 102 (64+38), a 103 (65+38) e a 104 (66+38). Queste quattro combinazioni di pensione anticipata sono confermate da Il Sole 24 Ore di ieri come ipotesi di uscita per il 2019 con una spesa complessiva che dovrebbe aggirarsi intorno ai sette miliardi di euro (da iscrivere tra i capitoli di spesa della legge di Bilancio del 2019) e l'uscita da lavoro di circa 400 mila lavoratori (250 mila lavoratori in più rispetto agli ultimi dati disponibili dell'Inps che, per il 2017, avevano calcolato 153 mila uscite anticipate).
Matteo Salvini, riporta il quotidiano economico, ha ribadito che la pensione anticipata a quota 100 si farà per superare la riforma Fornero, senza paletti, penalizzazioni, limiti e tetti di reddito. Tuttavia, proprio i limiti minimi di età e, soprattutto, degli anni di versamenti contributivi dovrebbero restringere la platea dei possibili beneficiari che, con la sola età minima di 62 anni, era stimata in circa 600 mila pensionamenti per il solo 2019.
Uscita con quota 100, pensioni 780 euro e reddito di cittadinanza: i tempi di attuazione
Qualche incertezza vi è sui tempi di attuazione della riforma delle pensioni per il 2019. Secondo quanto pubblicato da Il Sole 24 Ore, da gennaio dovrebbe partire la pensione anticipata a quota 100 e le pensioni di cittadinanza che prevedono il minimo mensile di 780 euro, importo pari a quello del reddito di cittadinanza, in previsione per il prossimo aprile.
Tuttavia, scrive il quotidiano economico, per le pensioni a quota 100 e per l'aumento delle pensioni minime, il termine potrebbe slittare indicativamente di qualche mese. In questa ipotesi, ricorda la Redazione di Blastingnews, potrebbe essere utile verificare la decorrenza di uscita, come successe negli scorsi anni per l'anticipo pensionistico Ape e per i precoci con quota 41, quando i decreti attuativi e le conseguenti circolari operative dell'Inps tardarono ad arrivare rispetto alle date prefissate dai provvedimenti.
Pensioni anticipate con requisiti Fornero in alternativa dal 2019 alle uscite a quota 100
Della riforma delle pensioni di Elsa Fornero, tuttavia, più di una misura rimarrà in vigore, nonostante quota 100 e le pensioni minime a 780 euro.
Innanzitutto i requisiti delle pensioni di vecchiaia dovrebbero rimanere quelli già annunciati in aumento a 67 anni dal prossimo 1° gennaio. Resta in discussione, secondo il quotidiano economico, se verrà sterilizzato l'aumento di cinque mesi previsto anche sulle pensioni anticipate. Fino al 31 dicembre 2018, i requisiti prevedono l'uscita anticipata, senza minimi di età, con 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 e 10 mesi per le donne. Dal 1° gennaio, con l'aumento delle pensioni di vecchiaia di 5 mesi, anche i requisiti delle pensioni anticipate si adeguerebbero, rispettivamente, a 43,3 e 42,3 anni di versamenti. Tra le ipotesi trapelate negli ultimi giorni, proprio in concomitanza con la presentazione della Nota di aggiornamento al Documento economico e finanziario, vi è proprio quella che prevede il congelamento dell'aumento dei cinque mesi per le pensioni anticipate. Si tratterebbe di un'ulteriore possibilità di uscita che i contribuenti potrebbero valutare in alternativa alle pensioni a quota 100.