Le ultime notizie riguardanti le Pensioni, ad oggi, giovedì 18 ottobre 2018, riguardano Quota 100 e i costi che lo Stato dovrà sostenere per assicurare la misura di anticipo previdenziale. Ne ha parlato ieri il presidente dell'Inps, Tito Boeri, nel corso di un'audizione tenuta presso la Commissione Lavoro alla Camera. Secondo quanto riportato dal quotidiano economico 'Il Sole 24 Ore', la maggior spese previdenziale arriverebbe a diciassette miliardi di euro nei primi tre anni e a 140 miliardi nel primo decennio di applicazione del provvedimento.
Pensioni, i costi di Quota 100 per lo Stato e per il lavoratore
Il presidente dell'Inps, Boeri, ha parlato anche del costo complessivo delle varie misure previdenziali introdotte nella Legge di Bilancio 2019: oltre a Quota 100 con 62 anni di età minima e 38 di contributi, ci sarà, infatti, la proroga per Ape Sociale e Opzione Donna. Il costo per le casse dello Stato sarà di 7 miliardi per il 2019, di 11 miliardi e mezzo per il 2020 e di 17 miliardi per il 2021. Quali saranno, invece, i costi per il lavoratore che opterà per Quota 100? In caso di scelta di anticipo pensionistico, significherebbe rinunciare fino al 20 (anche 21) per cento dell'assegno Inps rispetto a quello che avrebbe percepito restando al lavoro fino a 67 anni.
Quota 100: Inps stima adesione intorno al 90 per cento
A questo proposito, Tito Boeri ha fatto l'esempio di un lavoratore della Pubblica Amministrazione, con una retribuzione annua pari a quarantamila euro. Considerando l'anticipo pensionistico di cinque anni, andrebbe a prendere circa trentamila euro all'anno, anziché i 36.500 euro previsti nel caso in cui scegliesse di lavorare sino alla soglia dei 67 anni.
Il presidente dell'Inps ha sottolineato come le stime fornite dall'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale in merito ai costi che lo Stato dovrà sostenere nei prossimi anni si riferiscono all'ipotesi del 90 per cento di adesioni a Quota 100: Boeri, infatti, ha sottolineato come il divieto di cumulo tra reddito da pensione e reddito da lavoro è da considerarsi come un disincentivo.
Governo intende proporre il divieto di cumulo 'reddito pensionistico - reddito da lavoro'
Infatti, l'intenzione del Governo sarebbe proprio quella di proporre il divieto di cumulo del reddito pensionistico con quello da altri redditi da lavoro per i primi due anni. Si tratterebbe dell'unico paletto imposto all'anticipo pensionistico con Quota 100: c'è da sottolineare che l'eventuale disincentivo non è stato ancora confermato in via definitiva. Secondo l'Inps, dunque, il suddetto divieto potrebbe produrre una diminuzione di circa il dieci per cento delle richieste per Quota 100. Il venti per cento dei sessantenni, infatti, secondo i dati relativi al 2016, sarebbe disposto a lavorare ugualmente dopo aver avuto accesso alla pensione.